Nevegal, striscioni contro il sindaco

Giovedì 1 Ottobre 2020
IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO Lenzuoli bianchi, scritte in nero. Nel mirino il primo cittadino Jacopo Massaro, associato alla parola iattura e invitato alle dimissioni. La relazione con l'annuncio che la stagione invernale sul Colle potrebbe essere priva degli impianti di risalita appare fin troppo chiara. Anche per il luogo scelto dalla mano ignota che ha attaccato quei manifesti: la scuola di sci. Una scelta che, a cascata, ha costretto il direttore della scuola Alessandro Molin a provvedere alla rimozione e a prendere le distanze dall'atto. Massaro tira dritto e spiega di non lasciarsi intimorire: «Fa parte del gioco - dichiara a Telebelluno - nessuno si è scomposto. Ringrazio gli operatori che si sono dissociati questo dimostra che si vuole lavorare per il Nevegal e non per distruggere. Ricordo anche che c'è una sentenza che dice che non ce ne possiamo occupare». «È chiaro che, dal punto di vista mediatico, l'opposizione fa il suo mestiere. Il sindaco è stato chiaro fino all'inizio fa notare il consigliere di InMovimento e vicepresidente della Commissione speciale del Nevegàl, Pier Enrico Lecis l'Alpe non aveva fatto alcune manutenzioni e non c'erano i tempi. Pare ci sia uno spiraglio coi privati, speriamo bene. Ho sempre pensato che il Nevegàl rappresenti una risorsa importante per la città, ma il Comune non è più, come magari lo era nei decenni passati, un imprenditore del turismo. Oggi le amministrazioni hanno vincoli e paletti».
SCI ALPINISMO
Pier Enrico Lecis spera che quest'inverno il Colle si possa distinguere per i percorsi di sci alpinismo. «Non è tutto finito, non c'è la seggiovia, che non è poco, ma rimane il resto». Il commissario provinciale della Lega, Franco Gidoni, scende però in campo per difendere il ruolo della Regione e tira in ballo l'accordo della primavera 2019, in cui Comune, Provincia e Regione mettano 500 mila euro ciascuno per far partire la stagione, a patto che il Comune acquisisca gli impianti.
TENSIONI
La situazione che si è venuta a creare, Gidoni la definisce «squallida. Perché si raccontano le bugie?», il riferimento è alle parole del sindaco che, all'annuncio dell'acquisizione degli impianti solo nella primavera 2021, disse che gli impianti a fune e il turismo sono deleghe della Regione. «Se il sindaco ha una palestra la gestisce e se la mantiene. Per gli impianti non è forse la stessa cosa? Non si può cambiare le carte in tavola, il presupposto è che il Comune riprenda gli impianti. Se poi il sindaco ci ripensa non scarichi la colpa. I 12 milioni, anzi 11,7 milioni c'erano, erano stati accantonati nel 2019 per la famosa operazione, ma non possono restare inutilizzati e sono stati stornati. Un milione è rimasto, ma è il fondo del non si sa mai. La volontà chiude Gidoni di tendere la mano c'è, spetta ad altri afferrarla». Poi la riflessione sugli operatori del Colle: «Si parla di 150 stipendi, capisco che la gente scriva cartelloni dettati dall'esasperazione. Ho letto quanto scritto da Fabio Rufus Bristot, condivido: sono stati 8 anni persi, gli ultimi 2 ancora di più. L'amministrazione non crede negli impianti a fune, ci sta. Ma per Acc il sindaco è sempre stato in prima linea, qui ci sono molte attività produttive a rischio e non c'è stata la stessa sensibilità».
Federica Fant
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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