«Nevegal necessario ai comprensori»

Mercoledì 7 Ottobre 2020
«Nevegal necessario ai comprensori»
IL COLLOQUIO
Sindaco Jacopo Massaro, la scorsa settimana parte dell'opposizione ha lasciato il Consiglio contestandola duramente sul Nevegal. Ieri (lunedì per chi legge ndr) vi siete seduti tutti al tavolo e i toni sono apparsi cordiali. Come ha fatto a convincerli così in fretta?
«Non penso di aver fatto cambiare opinione a nessuno. Io ho ribadito quello che penso. Per me il confronto sincero e leale è una questione metodologica. Siamo nati con un metodo: non difendere la propria idea ad ogni costo ma accettare una certa laicità e un confronto. È chiaro che non possiamo trovarci a condividere le posizioni politiche. Loro rappresentano il centro destra io il centro sinistra ma questo non ci impedisce di dialogare o confrontarci. Non mi sono mai sottratto al dialogo».
Quindi giudica severamente chi la scorsa settimana ha abbandonato il Consiglio?
«Una legislatura può anche comportare dei momenti in cui si va via dall'aula ma in quel caso lo ho ritenuto inopportuno, si discutevano argomenti che potevano essere importanti per tutti. Amen si va avanti».
Senta ma nel dialogo qualcosa bisogna concedere anche agli altri, cosa ha concesso all'opposizione?
«Mi hanno fatto sapere che porteranno delle proposte, le valuteremo senza etichettarle».
Sindaco ma sul Nevegal c'è qualcosa che si recrimina, che ritiene che avrebbe potuto fare prima o fare meglio?
«In tutto si può fare prima e fare meglio. La situazione è nota a tutti, è complessa. Il quadro normativo è completamente cambiato. Fino all'anno 2011 si potevano ripianare i debiti delle partecipate, si potevano creare nuove partecipate, si potevano dare soldi ai privati. Si poteva fare qualunque operazione utile a salvaguardare operatività. Appena entrate in vigore le nuove norme la Nis è fallita con due milioni e mezzo di debiti, la Sportivamente ha rischiato di portarsi dietro 700mila euro di debiti. In quei pochi mesi d'ingresso delle nuove norme diversi amministratori si sono trovati nei guai».
Voi come la avete gestita?
«Abbiamo fatto scelta politica. Abbiamo deciso di andare avanti sobbarcandoci un impegno diretto o indiretto nel tenere aperti gli impianti che non sono di competenza comunale come non lo è il turismo. La via più facile era di alzare le mani. Ma non siamo abituati. È una scelta che paga meno anche dal punto di vista elettorale. Gli impianti di bassa quota hanno tutti gli stessi problemi del Nevegal quindi c'è una scelta a livello più alto».
Vi sentite schiacciati dai colossi dello sci?
«Perdere il Nevegal rischia di ripercuotersi anche sui grandi comprensori ma non ci sentiamo schiacciati. Sappiamo di avere un ruolo fondamentale per l'intero sistema. Siamo il campo scuola del Veneto. L'assessore Caner ci disse che ci sarebbero state altre stazioni che erano disposte a contribuire ma non si è concretizzato. Non è mia abitudine dare giudizi o fare i conti in tasca di altri ma nel medio lungo periodo le stazioni di media alta quota, se chiudesse il Nevegal subirebbero un contraccolpo».
Ultima cosa, in città questa settimana due appuntamenti cruciali: caserma dei vigili del fuoco e taglio del nastro della Banca d'Italia. Contento?
«Sono due momenti importanti, enorme soddisfazione sia per la caserma che per la Banca d'Italia. Era diventato un simbolo della città che perdeva il ruolo di capoluogo. Assieme alle Gabelli restaurate diventa invece il simbolo di un ruolo di cui con lungimiranza e impegno sociale e culturale ci siamo riappropriati».
Andrea Zambenedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci