Nevegal: la petizione non decolla

Martedì 25 Settembre 2018
LA SOTTOSCRIZIONE
BELLUNO Freno a mano tirato. Anzi, tiratissimo. L'iniziativa Il Nevegal non chiude avviata dalla Pro Loco Pieve Castionese conferma i timori della vigilia: la mission è davvero impossible. O ai limiti dell'impossibile. Perché i bellunesi finora non hanno dato la risposta sperata. Poche le adesioni, pochissimi i soldi raccolti, nonostante la sottoscrizione popolare fosse partita sotto grandi auspici, giovedì scorso. Delle due l'una: o l'idea di far leva sulla generosità degli amanti e degli utenti del Colle non è ancora così nota e conosciuta; oppure l'iniziativa non convince. Fatto sta che ad oggi sono passati quattro giorni interi dall'avvio della raccolta fondi, ma i risultati latitano.
LA RACCOLTA
L'idea della Pro Loco Pieve Castionese è stata lanciata giovedì scorso, durante la riunione con tema Nevegal convocata in Sala Bianchi. Nel bel mezzo di tante parole sulla necessità di salvare il Colle, condite da accuse e controaccuse su cosa non è stato fatto negli ultimi anni, ecco l'intervento pratico e (apparentemente) risolutore della Pro Loco: un conto corrente per raccogliere i soldi necessari a far aprire gli impianti il prossimo inverno. L'incontro di giovedì si era chiuso, contro ogni aspettativa, con la concretezza. L'esatto contrario di quanto accaduto ieri, visto che il vertice di Palazzo Rosso si è chiuso con un «le faremo sapere» che suona da nulla di fatto. In mezzo, però, tra un incontro e l'altro, sono passati quattro giorni pieni e il conto corrente aperto dalla Pro Loco Pieve Castionese piange. O quasi. «La nostra raccolta sta proseguendo e stiamo cercando anche di ampliarne il raggio d'azione - dice Maurizio Fontanelle, presidente della Pro Loco -. Ad oggi, però, siamo attorno ai 2.500 euro». Poca cosa, se si pensa che il conto corrente dedicato al Nevegal è stato aperto giovedì con un versamento da 2.018 euro proveniente proprio dalla Pro Loco (un versamento significati, quasi a dire che nel 2018 il Nevegal deve mettere le basi per il futuro: altro che chiudere). Significa che le sottoscrizioni hanno prodotto una cifra vicina ai 500 euro. Non proprio una corsa alla salvezza del Colle.
I TIMORI
Forse c'è un po' di timidezza. O forse un po' di diffidenza. «Vogliamo capire questa difficoltà a far decollare la raccolta - dice Fontanelle -. Perché abbiamo visto grandi dimostrazioni d'affetto nei confronti del Nevegal, al momento delle notizie della possibile chiusura degli impianti. Ma non vediamo tradotto in concreto questo affetto. Noi siamo partiti con alcuni punti fermi. Su tutti, il fatto che questa raccolta deve essere, e sicuramente sarà, un'iniziativa una tantum, un modo per salvare gli impianti dalla chiusura. Di certo, un secondo dopo la certezza dell'apertura, ci dovrà essere una pianificazione per il futuro, altrimenti il Nevegal subirà una nuova sconfitta. Il secondo punto fermo è la trasparenza: se la nostra iniziativa non dovesse essere sufficiente a salvare il Colle, restituiremo ogni singolo euro. Il conto corrente è vincolato al Nevegal ed è certificato da un notaio». E se il problema non fosse la diffidenza nei confronti dell'iniziativa? Se il problema fosse che i bellunesi non sentono cosa loro il Nevegal? Del resto, gli operatori hanno trovato unità d'intenti solo nell'ultimo periodo, dopo decenni di lotte intestine e di interessi contrastanti. E l'Alpe ha all'interno soci con portafogli di un certo livello... «Può essere che molti abbiano fatto questo ragionamento - dice Fontanelle -. Ma credo che questo sia il momento di una prova d'amore per il Nevegal. Altrimenti, se chiude, tra dieci anni sarà bosco e nulla più».
Damiano Tormen
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