Nevegal frazione per contare di più

Lunedì 14 Agosto 2017
Diventare frazione per contare di più. Questa una delle rivendicazioni emerse con maggior forza dall'assemblea degli Amici del Nevegal, svoltasi sabato pomeriggio al Centro le Torri. La proposta è stata lanciata dal presidente del sodalizio Ezio De Prà, ma ha trovato supporto anche da parte di molti dei partecipanti e dal consigliere comunale di minoranza Franco Roccon. «Se fossimo riconosciuti come frazione, con un nostro rappresentante, potremmo avere un maggior peso nell'andare a dialogare con l'amministrazione e presentare le nostre problematiche». Oltre al presidente, ne sono convinti anche diversi soci, che hanno preso la parola per esporre le loro perplessità sull'operato del Comune nei confronti del Colle. «Nonostante in Nevegal ci siano circa 1000 seconde case che con l'Imu e la tassa sui rifiuti portano alle casse comunali un grande introito ha affermato uno dei presenti il Comune non trova le poche migliaia di euro necessarie anche agli interventi minimi. Il Piazzale è brutto, quasi ce ne vergogniamo, ma non è stato fatto nulla per migliorarlo. Addirittura mancano le strisce pedonali, per cui probabilmente non è nemmeno a norma». Di diverso avviso il sindaco. «Essere o non essere frazione non risolverebbe comunque i problemi che esistono e che si riscontrano anche da altre parti». Per quanto riguarda invece la disparità lamentata tra gli introiti dall'Imu e gli investimenti sul territorio Massaro ha replicato che si deve tener conto della fiscalità complessiva e non solo degli incassi che arrivano dalla tassa sulla casa. Altro tema caldo, quello degli impianti a Pian Longhi. Per Ezio De Prà sono diventati «una sorta di club privato, per il quale non ha senso spendere ulteriori soldi pubblici», riferendosi ad alcuni investimenti programmati da Comune e Unione Montana. Il problema evidenziato è l'apertura estremamente ridotta, sia delle strutture sportive che del ristorante. «Teniamo aperto solo quando è in programma qualche attività ha replicato Davide Capponi, presidente provinciale dell'Aics, che ha in gestione l'area - altrimenti non riusciamo a far quadrare i conti».

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