NEVEGAL DIMENTICATO
RIFUGIO CHIUSO
CARTELLO DI TROPPO
Ritorno ogni tanto

Venerdì 5 Settembre 2014
NEVEGAL DIMENTICATO
RIFUGIO CHIUSO
CARTELLO DI TROPPO
Ritorno ogni tanto nel Bellunese, che ho lasciato da parecchio tempo per motivi di lavoro.
Quattro anni fa, nel 2010, partendo dal piazzale del ristorante La Casera di Faverghera, dove c'era un cartello che indicava “Rifugio Brigata Cadore“, ero salito al Rifugio stesso, trovandolo chiuso (mi è stato poi detto che era chiuso da diversi anni). La cosa mi aveva stupito, ma non mi aveva creato problemi perché sono abituato, quando vado in montagna, a portare con me acqua e qualcosa da mangiare; avevo invece sentito alcune persone, che avevano fatto il mio stesso itinerario, lamentarsi per aver trovato chiuso un posto dove pensavano di rifocillarsi. Ritornato a valle, avevo segnalato verbalmente il fatto all'Ufficio Turistico di Belluno, auspicando che il cartello in questione, se non rimosso, fosse stato integrato dall'indicazione “Chiuso”.
Due anni dopo, nel 2012, sono tornato sul posto, ed ho trovato il cartello indicatore tal quale come due anni prima. Avevo allora nuovamente segnalato l'anomalia, questa volta per lettera in data 30 agosto 2012, all'Ufficio Turistico di Belluno, mandando copia all'assessore al turismo del Comune di Belluno, Valerio Tabacchi.
Anche quest'anno sono ritornato in loco e, manco a dirlo, è tutto come prima (vedi foto).
Non so di chi sia la competenza sulla segnaletica (chissà perché, il soggetto “competente” è sempre un altro), e non intendo fare ricerche, ma trovo molto negativo che in quattro anni non sia stato posto rimedio ad una incongruenza così palese.
Va considerato che, da un certo punto di vista, sarebbe giusto mantenere l'indicazione “Rifugio Brigata Cadore“ (beninteso con la precisazione “Chiuso”), in quanto il Rifugio in questione potrebbe servire da riferimento topografico per gli escursionisti (ovviamente per chi non conosce la zona, ed è a costoro che la segnaletica è dedicata, non certo agli abitudinari del posto); ma, per dire quanto sia paradossale la situazione, il riferimento topografico che potrebbe offrire il Rifugio non c'è, perché in alto il Rifugio Brigata Cadore – per chi lo cercasse - non lo si trova più (infatti l'edificio che un tempo era il Rifugio non ha più alcuna insegna che lo identifichi).
Sarebbe stata sufficiente, qualche anno fa, l'indicazione “Chiuso”; ora il cartello in questione andrebbe proprio tolto.
Qualcuno provvederà?
Claudio Funes Nova

PROVINCIA
SINDACI INAFFIDABILI
MEGLIO CHIUDERE
Finalmente è finito il commissariamento della nostra Provincia, ma ora molti guardano con giustificata preoccupazione, al dopo Capocelli. Già, perchè ora entrano in scena i sindaci che, oltre ad occuparsi dei problemi del Comune, avranno l'onere di gestire l'Ente provincia. Personalmente, vista l'esperienza negativa dei nostri sindaci nella gestione Bim Gsp ho dei seri dubbi. A questo punto, preferirei che la Provincia venisse, come da tempo promesso, definitivamente soppressa. Come cittadino non vorrei assistere, ancora una volta, alle "farse" come sulla gestione dell'acqua. Il sottoscritto, in tempi non sospetti (2003), aveva definito il costituendo Bim l'ennesimo carrozzone gestito dalla politica. I fatti di questi anni mi hanno dato ragione.
Rodolfo Pellegrino

Falcade

FAUNOFOBIA
BASTA "SPARARE"
SUI POVERI ORSI
C'è una campagna dilagante contro i poveri orsi, dipinti continuamente come degli aggressori insaziabili che divorano decine di pecore alla volta e aggrediscono cercatori di funghi. I giornalisti ci vanno a nozze con tanto spargimento di sangue, sparando a zero, ovviamente sull'orso-killer. Peccato che il povero plantigrado, che per la sua dieta sceglie al 60% bacche ed erbe, non sia in grado di fornire la propria versione dei fatti, costretto quindi a confidare ciecamente nella professionalità e nell'equilibrio degli informatori. Dalle supposte decine di pecore fatte fuori in Alpago, all'aggressione del fungaiolo (chissà, forse si era avvicinato troppo ai piccoli di mamma Daniza), gli orsi sono ormai diventati il pericolo numero uno, dimentichi che queste creature, oltre a stare nel loro habibat, quando uccidono lo fanno solo per fame e, soprattutto, a differenza degli uomini, non sprecano cibo. Appare sinceramente difficile che un orso si diverta a sbranare pecore, per poi abbandonare il banchetto a metà per tornare alla fatica della caccia. E' pur vero che il mondo è ormai impazzito, ma si spera che questa follia collettiva, non abbia ancora contaminato la fauna selvatica. L'uomo dovrebbe avere paura più della sua specie che di altre: assassini che uccidono per il gusto di farlo, padri che accoltellano i figli, mariti che massacrano le mogli, "combattenti di Dio" che sgozzano giornalisti, eserciti regolari che bombardano scuole, figli che fanno fuori i genitori per comprarsi un cellulare.
Ah, non dimentichiamo che se il reato di "pecoricidio" da parte dell'orso viene accertato dal personale preposto, l'allevatore viene rimborsato. Alla fine è sempre una questione di "schei". È solo l'orso a non saperlo.
Lettera firmata

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