«Necessaria una diversa fiscalità: nel Bellunese i costi sono più alti»

Martedì 23 Ottobre 2018
LE TEMPISTICHE
BELLUNO C'è una data sul calendario. Cerchiata in rosso: 7-8 novembre. A breve ci sarà anche un biglietto del treno per il presidente Padrin. La lista delle richieste, invece, è già pronta da tempo. E rivelerà tutta la sua utilità a Roma, via della Stamperia 8. È lì che il 7 e l'8 novembre la Provincia potrà fare il punto sul suo percorso verso maggiori forme di autonomia: nell'ufficio di Erika Stefani. Il ministro per gli affari regionali ha convocato il presidente di Palazzo Piloni, i parlamentari bellunesi e i rappresentanti della Regione Veneto. Sul tavolo, il referendum autonomista bellunese e le esigenze di autogoverno della provincia dolomitica. Erika Stefani, in pratica, vuole capire cosa serve al Bellunese per poter dare gambe e corpo alle richieste emerse dalle urne referendarie giusto un anno fa.
PALAZZO PILONI
«Si tratta del primo atto ufficiale, il punto di partenza su cui costruire tutto il proseguo del nostro itinerario autonomista - dice il presidente della Provincia, Roberto Padrin -. Ringrazio il ministro Stefani per aver convocato questo incontro, che ci darà la possibilità di avere attorno allo stesso tavolo tutti gli interlocutori in grado di agevolare il percorso dell'autonomia bellunese». L'inquilino principale di Palazzo Piloni avrà anche l'occasione di mettere sul tavolo quelle che sono le richieste bellunesi. E potrà ribadire un concetto emerso molto chiaramente dall'assemblea dei sindaci di ieri pomeriggio: quello che Belluno è differente; non è come la pianura e in quanto tale ha costi completamente diversi. «Ci servono risorse e ci servono strumenti diversi da quelli che abbiamo oggi, per poter governare il nostro territorio - continua Padrin -. Serve una fiscalità diversa, per contrastare lo spopolamento. E poi bisogna rivedere la questione dei costi standard, che ci penalizzano se si considerano solo il numero degli abitanti e non il rapporto dell'estensione territoriale. In base a questi calcoli, oggi dobbiamo restituire 23 milioni di euro allo Stato».
A VENEZIA
Dalla Regione guardano con interesse all'incontro del 7-8 novembre. «Come Regione la nostra parte l'abbiamo fatta e continuiamo a farla afferma l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin -. Tant'è che la Provincia ha accumulato un avanzo di amministrazione di oltre di 30 milioni euro derivanti da nostri trasferimenti».
D.T.
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