«Mio figlio crede nelle sue idee, lo avevamo messo in conto»

Venerdì 17 Novembre 2017
«Mio figlio crede nelle sue idee, lo avevamo messo in conto»
LE REAZIONI
FELTRE Fabio Vettorel è un po' il figlio, nipote, fratello di tutti. Sono ore di fiato sospeso e dita incrociate per i famigliari e gli amici del diciottenne feltrino in carcere ad Amburgo, ma sono ore di attesa e di ansia anche per migliaia di persone che non lo conoscono ma da mesi ne seguono le vicende dai giornali e dalla televisione. Quella di ieri è stata una giornata dai sentimenti altalenanti. Prima l'annuncio della scarcerazione a fronte di una cauzione da 10 mila euro, subito dopo il passo indietro e la diffusione del ricorso presentato dalla Procura. Prima la gioia e poi l'amarezza. Fabio era pronto anche a questo.
I GENITORI
Mamma Jamila ha seguito attenta, ma senza illusioni le vicende giudiziarie degli ultimi mesi. Lei aveva messo in guardia Fabio dall'esultare spiegandogli come la beffa potesse essere dietro l'angolo. Anche il papà Roberto non si lascia andare a troppa amarezza. Incassa il colpo e attende. Ha imparato ad essere pronto a tutto. «Avevamo messo in conto anche questo ha dichiarato ieri sera -, sembra ridicolo ma dopo le due udienze di questa settimana sapevamo di potercelo aspettare. Fabio sta giocando una partita a scacchi». O forse è una pedina lui stesso considerato l'accanimento nei suoi confronti. «Lui ha già preso in considerazione la possibilità di doversi fermare ancora in carcere per del tempo prosegue il papà -, forse gli verrà un po' di tristezza il giorno del suo compleanno, ai primi di dicembre. Nell'ultimo mese l'abbiamo visto molto cambiato, più consapevole e meno spaesato. Se prima io e la madre eravamo preoccupati per lui ora lo siamo meno perché capiamo che è forte e lo appoggiamo completamente».
LA CAUZIONE
Oggi si saprà qualcosa di più, la decisione del giudice è attesa già in mattinata. Se scarcerazione sarà, allora verranno pagati i 10 mila euro di cauzione richiesti, soldi che saranno poi restituiti al termine del processo. In ogni caso, se sarà necessario, anche gli amici e tutti i bellunesi che da mesi sono con il fiato sospeso per Fabio sono pronti anche a una colletta. «Siamo sospesi, preoccupati e stanchissimi per questo accanimento, tanto da non trovare più le parole ha dichiarato ieri Moira Fiorot di Rifondazione Comunista Belluno, in costante contatto con la madre di Fabio -. Passati arrabbiatura e disorientamento per le vicende della giornata, ora siamo nella fase dell'attesa e della speranza. La gente è vicina a Fabio e alla sua famiglia, quando entro nei negozi le persone mi chiedono di lui, seguono la storia e sono preoccupati anche se non lo conoscono».
Alessia Trentin
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