Massaro, il giorno dell'amarezza

Domenica 15 Settembre 2019
Massaro, il giorno dell'amarezza
IL CASO
BELLUNO Il giorno dopo la grande accusa sopra Palazzo Rosso si addensano i nuvoloni. Il primo intervento del sindaco Jacopo Massaro ha il tono dell'amarezza. Respinge al mittente le accuse di incompatibilità di ruoli, di scarsa trasparenza nell'operazione e di mancato coinvolgimento dei consiglieri di opposizione nel progetto InLab partito mercoledì scorso a Palazzo Bembo. Il capogruppo di uno dei due gruppi di maggioranza, infatti, è direttore della cooperativa Società Nuova, la stessa che è stata coinvolta in InLab e che secondo i gruppi di opposizione ha in mano la gestione dell'intera operazione. «Sono amareggiato dichiara il primo cittadino -, pensavo di dover rispondere in sede istituzionale a critiche politiche, e mai avrei pensato di dover commentare pesanti illazioni, diffuse attraverso i mezzi d'informazione, sulla liceità del comportamento mio e di altre persone».
LA COOPERATIVA
Secondo i consiglieri Società Nuova avrebbe in mano la gestione dei soldi, 520mila euro, del progetto e percepirebbe un compenso per il servizio. Ma Massaro risponde che no, non è così. «Non è vero che nell'ambito di InLab il Comune di Belluno ha acquistato delle prestazioni dalla Cooperativa Società Nuova dichiara -: il Comune non sborsa un euro per tali prestazioni. Infatti, non vi sarebbe stata alcuna necessità di selezionare i partner, visto che il Comune non acquista prestazioni; tuttavia, questo paternariato è stato selezionato attraverso l'avviso pubblico per le partnership della rigenerazione urbana, di cui inLab è la più importante prosecuzione».
IL CONSIGLIERE
E poi il dubbio sollevato sull'incompatibilità della doppia posizione del consigliere di maggioranza dipendente di Società Nuova. Anche qui Massaro dà la sua spiegazione per fugare i dubbi. «Per quanto riguarda la posizione di un attuale consigliere di maggioranza dipendente di Società Nuova, sottolineo che costui come consigliere non si è occupato di questo progetto dichiara -; d'altronde la stessa opposizione mi critica proprio perché il Consiglio comunale, dove siede l'interessato, non è stato preventivamente coinvolto. Peraltro, osservo che in una città come Belluno in tutte le legislature ci sono stati tanti consiglieri ed assessori che per motivi di lavoro si sono talora incrociati con le attività comunali; ovviamente, è sempre stata premura di tutti, dell'interessato, dei dirigenti, dei segretari generali, della giunta, del consiglio comunale, verificare che, in caso di incompatibilità o anche solo di opportunità, l'interessato fosse tenuto lontano dagli atti che lo interessano. Ed è ciò che è accaduto in questo caso, come risulta dagli atti, che peraltro hanno tutti i pareri favorevoli dei tecnici in ordine alla regolarità e alla legittimità.
LE DIMISSIONI
A fronte di tanti dubbi e dell'accusa di scarsa chiarezza nelle operazioni, Pd, Belluno è di tutti, Civiltà Bellunese, Patto Belluno Dolomiti e Lega chiedono la testa del sindaco. Massaro fa spallucce, minimizza, «è parte del normale dibattito politico», commenta. Raffaele Addamiano di Obiettivo Belluno, da parte sua, resta neutrale su questo fronte. «Per quanto riguarda la richiesta di dimissioni, fa parte del classico rito della politica di una volta: si dice genericamente che non va bene nulla, si butta un po' di fango, poi si chiedono le dimissioni del sindaco conclude -. Ecco, il nostro progetto di maggioranza nasceva proprio dall'idea di dover combattere questo modo, che faceva leva sui rancori, sulle antipatie e sulla necessità di dire che noi siamo sempre meglio degli altri. Sono contento che il nostro progetto politico stia andando avanti e stia combattendo questo metodo, che ha avvelenato e distrutto la politica italiana».
Alessia Trentin
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