LONGARONE
«Maria Rosa Teza non è ancora riuscita a entrare nella sua

Martedì 25 Giugno 2019
LONGARONE
«Maria Rosa Teza non è ancora riuscita a entrare nella sua abitazione, dopo i danni provocati dalla tempesta Vaia. E il Comune di Longarone quali iniziative ha messo in campo?».
A chiederselo, attraverso un'interrogazione, è Antonio Romanin, consigliere di minoranza legato al gruppo Longarone una comunità. La vicenda è ormai nota: in seguito alla devastazione dello scorso ottobre, la signora Teza è stata costretta ad abbandonare la sua casa, in località La Muda. E vive tuttora in affitto insieme alla figlia e a una nipotina: «In base all'ordinanza del capo dipartimento della Protezione civile nazionale (articolo 5), sono previsti i fondi necessari a coprire i costi per l'autonoma sistemazione delle persone: in albergo, appartamento o altro. Senza considerare - prosegue Romanin - che nei Comuni della nostra provincia sono garantite le spese sostenute dagli sfollati, secondo la procedura prevista con l'apposita domanda alla Regione Veneto. E la stessa Regione ha disposto con immediatezza i provvedimenti a favore delle persone colpite dalla calamità che ha funestato il nostro territorio». Da qui, la richiesta di agire: «Cosa è stato fatto per garantire l'assistenza alla signora nel presentare la richiesta dei risarcimenti per i danni patiti? Secondo quanto disposto dal decreto del presidente del Consiglio, la legge 145 del 30 dicembre 2018 prevede finanziamenti per i danni relativi alla prima casa fino a un importo massimo di 150mila euro. O, in caso di delocalizzazione, fino a un massimo di 187.500 euro. Senza considerare che i bandi per la richiesta di contributo sono aperti fino al 10 luglio. Invitiamo quindi l'amministrazione a garantire un'adeguata assistenza nella presentazione della domanda alla signora. E a eventuali altri cittadini coinvolti. Così come a tutte le persone in attesa dei finanziamenti». Nella prossima seduta del consiglio comunale, l'argomento sarà di sicuro al centro del dibattito. Va ricordato che il caso era balzato alla cronaca nel momento in cui Maria Rosa Teza aveva pubblicato un annuncio shock: «Vendo un rene per aggiustare la mia casa: 60mila euro». E, pochi giorni fa, la sfortunata protagonista di questa vicenda aveva fatto risentire la sua voce: «Mi vergogno di essere italiana. Il mio sentimento dominante ora è la frustrazione. Non posso fare niente, non ho margini di manovra. Devo solo aspettare che arrivino queste benedette risorse: peccato che i soldi dovessero essere sul nostro conto già nel mese di gennaio. Ma sono trascorsi altri cinque mesi e siamo al punto di partenza».
Marco D'Incà
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