IL PIANO
BELLUNO La lista della spesa, alla fine, ha un totale di ottocento milioni di euro. L'intestazione di quella stessa lista suona più o meno così: priorità per la provincia di Belluno. A stilarla è stato il deputato Roger De Menech, fresco dell'incontro con il sottosegretario al ministero delle infrastrutture, Salvatore Margiotta a cui ha spiegato come stanno le cose a questa latitudine. Un ruolino che passa attraverso il collegamento tra l'uscita A27 e Longarone - Cortina, con la sistemazione del tracciato esistente a Borca, Vodo e Valle di Cadore. E ancora, il miglioramento del tratto compreso tra Calalzo-Lozzo. La variante di Cadola e la variante Belluno-Mas, con la sistemazione della 203 Agordina. C'è poi da ragionare sul fronte opposto: l'asse che attraversa la Valbelluna e porta il traffico verso Feltre e la Valsugana ecco che spuntano: la variante Busche, la variante di Lentiai, la riqualifica della provinciale 1 Mel e Lentiai. Non basta De Menech indica come necessità anche gli interventi sui passi dolomitici che collegano Belluno con Trento e Bolzano. E poi c'è tutto il comparto che riguarda le rotaie: l'elettrificazione del tratto Ponte nelle Alpi Calalzo e il piano delle stazioni olimpiche. «Olimpiadi a parte dovremmo anche iniziare a pensare ad un anello ferroviario per collegare Calalzo con Cortina, Bolzano e Feltre, attraverso la Valsugana e Trento. Bisogna iniziare a pensarci».
I FONDI
Per le opere il governo ha già stanziato un miliardo di euro tra Veneto e Lombardia. «Indicativamente sono metà quelli che potrebbero arrivare in Veneto» spiega dai tavolini del bar Manin il parlamentare bellunese. All'appello, se la lista della spesa è di ottocento milioni di euro, ne mancano quindi (nella migliore delle ipotesi) almeno trecento milioni. Su come farli arrivare oltre il Fadalto De Menech non ha dubbi: «La soluzione - spiega - è quella di partire poi nei piani di Rfi e di Anas vediamo di recuperare quello che manca. La cosa da capire in questo momento è quali siano le priorità per il territorio. Quali siano le opere indispensabili e poi cercare i finanziamenti. La concertazione non può essere una scusa ma è un valore aggiunto».
LE OPERE GIÀ FINANZIATE
Ma per il cammino verso le olimpiadi ci sono anche dei punti fermi. Tra le opere già finanziate, nel comparto ferroviario, ci sono i collegamenti tra la stazione di Mestre e L'aeroporto di Tessera, l'elettrificazione dell'Anello Ferroviario Conegliano, Belluno, Feltre, Montebelluna. Il rinnovo delle stazioni di Ponte nelle Alpi e Calalzo.
I DEM
Accanto a De Menech c'è Monica Lotto, segretario provinciale del Pd: «Per noi la concretezza è fondamentale. Partire da lontano, per arrivare a realizzare le cose. Avere una visione globale e di lungo periodo, in questo momento non ci sono alternative a questa strada».
Andrea Zambenedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA BELLUNO La lista della spesa, alla fine, ha un totale di ottocento milioni di euro. L'intestazione di quella stessa lista suona più o meno così: priorità per la provincia di Belluno. A stilarla è stato il deputato Roger De Menech, fresco dell'incontro con il sottosegretario al ministero delle infrastrutture, Salvatore Margiotta a cui ha spiegato come stanno le cose a questa latitudine. Un ruolino che passa attraverso il collegamento tra l'uscita A27 e Longarone - Cortina, con la sistemazione del tracciato esistente a Borca, Vodo e Valle di Cadore. E ancora, il miglioramento del tratto compreso tra Calalzo-Lozzo. La variante di Cadola e la variante Belluno-Mas, con la sistemazione della 203 Agordina. C'è poi da ragionare sul fronte opposto: l'asse che attraversa la Valbelluna e porta il traffico verso Feltre e la Valsugana ecco che spuntano: la variante Busche, la variante di Lentiai, la riqualifica della provinciale 1 Mel e Lentiai. Non basta De Menech indica come necessità anche gli interventi sui passi dolomitici che collegano Belluno con Trento e Bolzano. E poi c'è tutto il comparto che riguarda le rotaie: l'elettrificazione del tratto Ponte nelle Alpi Calalzo e il piano delle stazioni olimpiche. «Olimpiadi a parte dovremmo anche iniziare a pensare ad un anello ferroviario per collegare Calalzo con Cortina, Bolzano e Feltre, attraverso la Valsugana e Trento. Bisogna iniziare a pensarci».
I FONDI
Per le opere il governo ha già stanziato un miliardo di euro tra Veneto e Lombardia. «Indicativamente sono metà quelli che potrebbero arrivare in Veneto» spiega dai tavolini del bar Manin il parlamentare bellunese. All'appello, se la lista della spesa è di ottocento milioni di euro, ne mancano quindi (nella migliore delle ipotesi) almeno trecento milioni. Su come farli arrivare oltre il Fadalto De Menech non ha dubbi: «La soluzione - spiega - è quella di partire poi nei piani di Rfi e di Anas vediamo di recuperare quello che manca. La cosa da capire in questo momento è quali siano le priorità per il territorio. Quali siano le opere indispensabili e poi cercare i finanziamenti. La concertazione non può essere una scusa ma è un valore aggiunto».
LE OPERE GIÀ FINANZIATE
Ma per il cammino verso le olimpiadi ci sono anche dei punti fermi. Tra le opere già finanziate, nel comparto ferroviario, ci sono i collegamenti tra la stazione di Mestre e L'aeroporto di Tessera, l'elettrificazione dell'Anello Ferroviario Conegliano, Belluno, Feltre, Montebelluna. Il rinnovo delle stazioni di Ponte nelle Alpi e Calalzo.
I DEM
Accanto a De Menech c'è Monica Lotto, segretario provinciale del Pd: «Per noi la concretezza è fondamentale. Partire da lontano, per arrivare a realizzare le cose. Avere una visione globale e di lungo periodo, in questo momento non ci sono alternative a questa strada».
Andrea Zambenedetti