La Villa in rovina è un danno all'Erario

Giovedì 21 Novembre 2019
La Villa in rovina è un danno all'Erario
L'ACCUSA
BELLUNO «Per Villa Dal Fabbro si profila il danno erariale». Arrabbiato non è il termine corretto per descrivere Luca Dalle Mule, avvocato e presidente del Patto Belluno Dolomiti. Il suo stato d'animo è piuttosto amareggiato e deluso. Perché un bene così prezioso no, secondo lui non dovrebbe essere tenuto in così scarsa considerazione. L'occasione per la tirata d'orecchia all'amministrazione è stata una passeggiata di Dalle Mule tra Col di Salce e Marisiga. La villa, infatti, si trova in via Col da Ren lungo il percorso nel verde molto frequentato dai bellunesi.
FASCINO IMMUTATO
Nonostante il tetto semi crollato e gli intonaci che cadono, l'edificio lascia ancora intravvedere la sua natura elegante e signorile. La villa è arrivata al Comune tramite lascito ereditario. Il medico Valentino Dal Fabbro, professionista amato in città, molto attivo nell'associazionismo e studioso di storia e tradizioni locali, morì 35 anni fa. Lasciò tre testamenti disponendo, tra le altre cose, di donare l'abitazione al Comune perché ne facesse l'uso che riteneva migliore. Per vent'anni il bene fu oggetto di contenzioso, risolto il quale la collezione di attrezzi antichi contenuta al suo interno venne valorizzata nel Museo Valentino dal Fabbro di Cavarzano (vicino a Sersa) inaugurato nel primo mandato dall'amministrazione Massaro. Ma dell'abitazione non si è mai fatto nulla. Al momento del recepimento da parte del Comune la sua stima si aggirava attorno ai 550 mila euro. Valore che, oggi, è precipitato e qualche centinaia di migliaia di euro secondo Dalle Mule.
L'AMAREZZA
«L'annesso rustico è di certo crollato spiega e il tetto della casa dà cenni di collasso, nel giro di un paio di anni deflagrerà. Di certo non si potrà più tentare di venderla al prezzo di partenza, oggi forse vale poco più di 150 mila euro».
INTERROGATIVI
«Le domande che mi pongo - prosegue l'avvocato - e che di certo si pongono altri cittadini sono queste: Perché non svolgere almeno la manutenzione ordinaria così da mantenere l'immobile in buone condizioni? Come può un cittadino essere spinto a lasciare beni al Comune quando si assiste a questo scempio?». Una decina di anni fa, quando il bene era entrato in possesso del Comune, l'allora sindaco Antonio Prade aveva proposto di adibire l'immobile a polo psichiatrico integrato extra ospedaliero. Gli spazi ampi, la lontananza dalla confusione e dalla strada e la vicinanza con l'ospedale lo rendevano il luogo adatto allo scopo. L'idea aveva incontrato il parere favorevole dell'azienda sanitaria e, da un incontro pubblico con la popolazione, si era capito che anche i cittadini erano d'accordo. Ma poi l'ipotesi venne abbandonata in un cassetto e si lasciò che il tempo e le intemperie si abbattessero sulla casa. «Ora diventa un problema di responsabilità conclude l'avvocato -. Non può un lascito così importante, parliamo di una villa dell'Ottocento con chiesetta annessa, cadere in quello stato di abbandono. Per me ci sono diverse ipotesi di responsabilità da danno erariale».
Alessia Trentin
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