LA RIUNIONE
ALPAGO «Vogliamo sapere di chi è la competenza e soprattutto

Mercoledì 15 Maggio 2019
LA RIUNIONE ALPAGO «Vogliamo sapere di chi è la competenza e soprattutto
LA RIUNIONE
ALPAGO «Vogliamo sapere di chi è la competenza e soprattutto vogliamo un incontro con tutti i soggetti interessati, ovvero Provincia, Veneto Strade e Prefettura, che in questi mesi ci ha ignorato. Ci dovete delle spiegazioni». Gli animi si sono surriscaldati, ieri sera, tra i 17 sfollati della frazione di Schiucaz e il sindaco Umberto Soccal attorniato dalla giunta e dai consiglieri delegati. I cittadini, temendo le lungaggini di sempre, già conosciute con la frana di fine ottobre. Non ci vedono chiaro in questa storia ed esigono di capire quale sarà il loro futuro, specie chi, a Schiucaz, ha lasciato anche l'attività commerciale con la quale campava. La Provincia, a stretto giro di posta, attraverso il consigliere Massimo Bortoluzzi, fa sapere di non essere stata invitata.
L'unica certezza garantita ieri ai cittadini è che si tratterà di star fuori casa per mesi, sempre che le case non vengano travolte prima da un'improvvisa discesa della frana. Sfrattati dalle loro abitazioni domenica pomeriggio, il Comune ha messo a disposizione l'albergo Bortoluzzi, ma ironia della sorte la struttura chiuderà a fine mese. Il sindaco ha quindi sollecitato i cittadini a collaborare con il Comune nella ricerca di soluzioni alternative. La Regione andrà loro incontro con le spese. Un residente di buon gusto non ha esitato a chiedere di poter alloggiare al rinomato albergo Dolada. Immediato lo stop del sindaco che ha tagliato corto: «La struttura la scegliamo noi».
Ma le brutte notizie non si sono esaurite qui: da domani potrebbe non essere più garantito il servizio anti-sciacallaggio. Le case resteranno incustodite, salvo non vengano trovate soluzioni nel corso del tavolo provinciale per la sicurezza convocato proprio giovedì mattina in Prefettura.
La rabbia è montana come neve sotto il frullino, specie quando il sindaco ha sollecitato i cittadini a portare via tutto ciò che è di valore. «Come facciamo a portare via televisioni, frigoriferi, lavatrici e tante altre cose che ci sono in una casa? E anche se ce la facessimo dove le mettiamo, in albergo?», ha chiosato con stizza uno sfollato. Non garantire il servizio di controllo h24 significa lasciare le case in balia di possibili ladri e balordi.
Affrontato anche il problema di come poter entrare nelle case per recuperare le cose necessarie. Soccal ha garantito che il Comune raccoglierà le eventuali richieste e organizzerà gli ingressi scortati. La piccola platea, riunita nel municipio di Farra, ha battuto molto il tasto sulle competenze. Perché sapere chi sarà responsabile dell'intervento rappresenta un punto fermo in un viaggio che non vede uno sbocco. Veneto Srade, Provincia? «L'assessore regionale Gianpaolo Bottacin - ha detto Soccal - ha assicurato tempi rapidi di intervento, legando l'evento al percorso burocratico ristretto varato per Vaia». Tre gli scenari prefigurati da Soccal: che la frana collassi portando via le case e quindi cancellando il paese; che ci sia uno scivolamento più lento meno distruttivo; che il movimento si fermi consentendo di asportare il materiale. In ogni caso ci vorranno mesi.
Insomma, per ora si naviga a vista, soprattutto nel mare magnum della burocrazia. Soccal ha ricordato i terremotati de L'Aquila sfollati a distanza di anni. «Dobbiamo tener presente - ha concluso Soccal - che questa è una situazione grave. Il Comune è qui per esservi vicino, ma non ha certamente competenze in materia di interventi». Al termine tutti a casa. Si far per dire.
Lauredana Marsiglia
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