LA PROTESTA
BELLUNO Un'altra petizione popolare è stata depositata a Palazzo

Lunedì 11 Novembre 2019
LA PROTESTA
BELLUNO Un'altra petizione popolare è stata depositata a Palazzo Rosso. Dopo quella presentata da 130 cittadini per il parcheggio improprio di piazza Duomo (e non solo), altri 350 bellunesi chiedono al sindaco Jacopo Massaro e alla giunta la «realizzazione urgente di due rotonde funzionali all'accesso di Levego alta e alla zona artigianale di Sagrogna». A firmare, in maniera piuttosto massiccia, soprattutto i genitori di bambini che frequentano la scuola materna del paese o mamme e papà di adolescenti che si servono del servizio di trasporto pubblico, piuttosto che lavoratori impiegati in una delle due frazioni. Si sono appoggiati, ma tenendo lontana ogni ideologia, al consigliere comunale Raffaele Addamiano. E anche Lega, nei giorni scorsi, aveva dichiarato di avere avviato un'iniziativa simile alla petizione.
IL CONTENUTO
«Urge un intervento tempestivo, prima che accada qualcosa di grave», sbottano adesso i portavoce dei firmatari, che fanno parte del Controllo di vicinato di LevegoSagrogna e che negli ultimi mesi hanno raccolto il malcontento di chi ha aderito all'istanza. «Abbiamo più volte e in più modi fatto sentire la nostra voce, attraverso il Comitato frazionale, da liberi cittadini, con articoli di giornale. Ci hanno solo ascoltato, ma senza poi far nulla. Le scuse sono sempre le stesse: Stiamo lavorando per un accordo con i privati per l'esproprio dei terreni per le rotonde. La strada è della Provincia. Non ci sono i soldi. Le risorse economiche il Comune di Belluno pare averle, si parla di 2 milioni di euro di avanzo primario. I privati a Sagrogna e Levego - proseguono - sono ben disposti al sacrificio personale per avere le due opere. Per quanto riguarda quella di Levego pare averne di spazio per la realizzazione, mentre a Sagrogna c'è un prato ed i proprietari sono disposti a cederlo». Il rappresentante del controllo di vicinato, nei giorni scorsi, ha protocollato la petizione in municipio. «Ciò si è reso necessario per il decennale tergiversare politico nei confronti della viabilità locale, che ha portato alla situazione attuale scrivono -. La strada è di fatto pericolosa e inadeguata. Si rincorrono decine di incidenti all'anno nei due incroci e parecchi tamponamenti in prossimità delle strisce pedonali, alcune volte con gravi conseguenze», sottolineano preoccupati e stanchi di aspettare che i lavori delle rotatorie (che sono sulla bocca degli amministratori da anni) prendano inizio.
LA SITUAZIONE AD OGGI
Qual è lo stato dei fatti? L'accesso a Levego alta consiste in un incrocio provvisorio segnalato da New Jersey di plastica da una decina d'anni, «ed ora, in alcuni orari, l'uscita è un azzardo. A peggiorare le cose, la chiusura del ponte sul rio Reggiù (di Levego, ndr) dell'agosto 2018, che costringe chi proviene o chi è diretto da e per Castion spiegano i residenti - ad un'uscita sulla provinciale in semicurva con limite a 90 chilometri orari. Da notare che in un anno e tre mesi non si è nemmeno riusciti a mettere dei cartelli permanenti, ma il ponte rimane chiuso da transenne volanti, precarie e spesso rovesciate dal vento». Entrare e uscire da Sagrogna invece, con il traffico di mezzi pesanti della aziende locali «è pericolosissimo per i mezzi che provengono da Ponte nelle Alpi che sbucano da una semicurva e trovano i bilici in uscita dall'area sottostante». I passaggi pedonali «sono spesso semicancellati, poco visibili in una strada dove il traffico è continuo e molto veloce - proseguono -. La scorrevolezza della strada è di per se un fatto positivo, ma per attraversare servono passaggi ben visibili alle auto in colonna».
LO SCONFORTO
Sono queste priorità che si sono dati i cittadini di Levego Sagrogna, «ma il comune è stato sempre assente nei nostri confronti, l'attenzione nei confronti della nostra frazione periferica è ai minimi storici affermano con fermezza -. Penso che mai si sia dovuti ricorrere a una petizione a Levego», concludono.
Federica Fant
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