LA POLEMICA
BELLUNO «Non ci raccontino che i lavori di recupero corrono

Giovedì 7 Novembre 2019
LA POLEMICA BELLUNO «Non ci raccontino che i lavori di recupero corrono
LA POLEMICA
BELLUNO «Non ci raccontino che i lavori di recupero corrono sulla linea del rispetto dell'idea di scuola che aveva Pierina Boranga, una scuola che educava fuori dal conformismo». Punzecchiatura non da poco, diretta ad amministratori e progettisti, proprio a pochi giorni dopo l'apertura del cantiere che dovrebbe restituire l'edificio a nuovo nel settembre 2021. A mettere sul piatto una serie di criticità è l'Associazione Cittadini per il recupero della Gabelli. Il presidente Marco Rossato, insieme a Fulvio De Bon, componente della Commissione scientifica, nonché direttore didattico della Gabelli per 15 anni, sono un fiume in piena. Progetto da bocciare? In parte sì, è il parere dell'Associazione: si va dalla fruibilità del tetto all'ubicazione degli uffici, dallo smantellamento dell'aula magna alla gestione del giardino e agli arredi didattici.
BARRIERE ARCHITETTONICHE
Ma il pollice verso nella progettazione riguarda l'accesso dei bambini con difficoltà motoria: «Dopo più di 40 anni di percorso di integrazione i bambini disabili accederanno all'edificio dal retro, non come tutti gli altri compagni di classe dall'ingresso principale. Eppure basterebbe un piccolo elevatore per superare l'altezza della gradinata, senza alterare la linea architettonica della facciata. «Certo è che Pierina Boranga non visse la stagione che ha portato all'integrazione scolastica: ma mai avrebbe accettato un intervento edilizio così discriminante».
NEL CUORE DELLA SCUOLA
«L'aula magna, da sempre luogo di dialogo e delle scelte politiche della scuola verrà trasformata in refettorio?» Rossato e De Bon sbottano. Non prevederla significa svilire il metodo didattico Pizzigoni-Boranga. Nell'aula magna c'è un mosaico con il mito del pellicano che sfama i suoi piccoli, fino alla morte di sé.
«Troviamo, allora, un'altra sede per il refettorio». Altra questione, il tetto piatto: «Dovrebbe rimanere accessibile per gli alunni, mantenendo la grande pietra circolare con i nomi dei luoghi intorno. Magari, chissà, anche con un piccolo osservatorio astronomico, o con un giardino pensile». Nel giardino, sempre in scia alla didattica di Pierina Boranga, dovrebbero tornare a fiorire alberi da frutto, tra aiuole, orti e serre. «Non serve solo un restyling estetico, restando fermi all'emozione ambientalista. Nel giardino si fa geometria, educazione biologica, educazione civile». Hanno visto il rendering di progetto. Con arredi didattici a forma di onde posizionati sul corridoio dell'ala lunga: «Ma la Boranga voleva corridoi ampi, alti, soprattutto liberi didatticamente». Poi un quesito (che giriamo a Palazzo Rosso): «Che fine hanno fatto i vecchi arredi? I banchi singoli con il calamaio, le sedie di design dove sono?»
LA SPERANZA
«Magari ci sbagliassimo è l'auspicio di Fulvio De Bon e Marco Rossato vorremmo che queste nostre segnalazioni fossero smentite già oggi». Il dispiacere, a detta dei rappresentanti dei Cittadini per il recupero della Gabelli, sta nel non essere mai stati chiamati intorno ad uno stesso tavolo con progettisti amministratori «nonostante avessimo più volte richiesto un confronto».Una lettera aperta è già stata inviata al sindaco, Jacopo Massaro, e all'assessore Franco Frison. «A loro chiediamo che le operazioni, che siano di sottrazione o di aggiunta, avvengano sulla traccia della didattica della Boranga».
Daniela De Donà
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