LA CRISI
BELLUNO Apertura sì, apertura no. Tutti sui banchi il 9 dicembre

Venerdì 27 Novembre 2020
LA CRISI BELLUNO Apertura sì, apertura no. Tutti sui banchi il 9 dicembre
LA CRISI
BELLUNO Apertura sì, apertura no. Tutti sui banchi il 9 dicembre o dopo l'Epifania? La diatriba è aperta. Anche se risulta chiaro che, a proposito del ritorno a scuola in presenza, a pesare non sia tanto il parere dei dirigenti scolastici, ma le soluzioni adottate da chi gestisce i trasporti. I ragazzi, infatti, devono viaggiare in sicurezza. Puntando sulla base del no-assembramento. La questione non tocca solo il servizio pubblico, con mezzi fermi o che girano a vuoto: a pesare c'è il broncio di operatori di bus che hanno tenuto fermi gli i pulmini durante il lockdown primaverile senza avere, per il momento, nulla in cambio a causa di un braccio di ferro tra Corte dei Conti e Anci (associazione dei Comuni italiani).
SITUAZIONE COMPLESSA
Con sindaci e segretari comunali della provincia di Belluno che puntano i piedi riguardo la legittimazione dei trasferimenti. Dei problemi è consapevole Confartigianato di Belluno che ha chiesto all'Ente Provincia un tavolo, programmato per martedì 1 dicembre: «La situazione degli operatori di bus è complessa è la premessa della presidente Claudia Scarzanella - stiamo lavorando per arrivare ad una soluzione, e voglio essere ottimista, la troveremo».
A precisare su cosa poggi il malumore del comparto - che coinvolge chi si occupa di trasporto privato di persone che hanno vinto appalti nei Comuni della Provincia - è il direttore di Confartigianato, Michele Basso: «Questi bus operator, che in parte con gli scuolabus per i bambini delle elementari hanno ripreso il servizio, sono rimasti fermi per mesi, già da febbraio, con gli stessi costi vivi, dall'assicurazione alla manutenzione dei mezzi. I Comuni dicono che, in quanto enti pubblici, non possono pagare se non ricevono un servizio. Eppure ad agosto Anci Veneto aveva inviato una nota raccomandando di destinare ai bus operator privati il 40% del valore dell'appalto».
COMPARTO PIEGATO
Per Confartigianato l'importante è che se ne parli: «Esiste un comparto del trasporto privato che non ha lavorato per mesi e che non è entrato nel primo decreto ristori e ha dovuto ricorrere ad ammortizzatori sociali. E' necessario sostenerlo per non farlo sparire, anche nell'ottica dei futuri grandi eventi che coinvolgeranno tante energie del territorio. Per questo abbiamo chiesto di trovarci. La speranza è di poter lavorare sull'integrazione tra trasporto pubblico e trasporto privato per una graduale ripresa, nelle scuole, della didattica mista, tra distanza e presenza».
E se Dolomitibus dicesse che non ha bisogno degli operatori privati? «Il rischio grosso è la chiusura», è la risposta del direttore Basso. Sarà Dario Scopel, consigliere provinciale con delega ai trasporti, a prendersi in carico questa patata bollente: «Il momento è difficile, sia per la parte pubblica che per la parte privata è la premessa Confartigianato ci ha chiesto l'incontro, ora cercheremo di capire quali possano essere i presupposti per creare una valida e utile sinergia che tocca non solo il servizio per gli studenti, per il loro trasporto. Certo le scuole superiori rappresentano il grosso dell'utenza. Ciò che mi auguro è che si arrivi ad un ritorno, almeno in parte, delle lezioni in presenza».
Daniela De Donà
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