LA CITTÀ CHE CAMBIA
BELLUNO In questi giorni si è ultimata la copertura

Martedì 1 Dicembre 2020
LA CITTÀ CHE CAMBIA
BELLUNO In questi giorni si è ultimata la copertura del cortile interno di Palazzo Crepadona, che diventerà «la quarta piazza» della città. Vi si potrà accedere anche quando la mediateca delle Dolomiti sarà chiusa. Una piazza coperta e sempre accessibile. Quattro pilastri in acciaio a forma di alberi stilizzati sorreggono la copertura vetrata a elementi romboidali che copre un'area di 400 metri quadrati. Sono una delle novità estetiche introdotte nel progetto, pensati dall'architetto Antonella Milani dello studio Arteco, che originariamente ne aveva immaginato uno, l'albero della cultura. Nel corso d'opera con la Sovrintendenza si è proceduto a modificare parzialmente il progetto. La copertura in vetro è leggermente bombata, questo faciliterà lo scorrimento di pioggia e neve. Un'altra novità riguarda la scala che condurrà alla biblioteca: verrà installata nel cortile interno e sarà a vista sulla piazza. Inoltre, ai piani, sono stati rimossi i pannelli di cartongesso che oscuravano le finestre che si affacciano sull'esterno del palazzo. Queste le novità emerse ieri nel sopralluogo che è stato effettuato dall'assessore all'Urbanistica, Franco Frison, insieme all'ingegnere strutturista Chiara Barattin (che fa parte del raggruppamento temporaneo di progettisti), aperto alla stampa. Il termine dei lavori è previsto per l'estate 2021.
IL SOPRALLUOGO
Oltrepassati i ponteggi che costellano gran parte dell'edificio si entra nella corte, che con la rimozione del padiglione espositivo e la realizzazione della copertura trasparente, ha riacquistato e diversificato il ruolo originario di luogo di incontro. Ora sarà caratterizzato da servizi per l'informazione generale e la prima accoglienza, per la lettura e per eventi culturali (mostre, spettacoli, concerti, animazioni, proiezioni, letture, assemblee e incontri), integrato fisicamente e funzionalmente sia con la sede bibliotecaria che con la città. La contiguità con la zona di ristoro, il bar/caffetteria con postazioni Wi-Fi nella ex Sala Cappella, costituirà una ulteriore possibilità di fruizione della biblioteca.
IL CANTIERE
Procedono, dunque, i lavori da parte dell'impresa Ateste. Il cantiere è stato aperto l'11 ottobre 2019 (l'intervento complessivo prevede un importo pari a 2,7 milioni di euro complessivi, coperti dai fondi del Bando Periferie) e terminerà per l'estate. Uno dei primi interventi, a inizio anno, è stato la demolizione della parte superiore del Cubo di Botta, che era stato costruito più di 12 anni fa per la mostra Tiziano. Belluno, l'ultimo atto.
LA STORIA
La rimozione del cubo di Botta e gli scavi alla pavimentazione nel cortile interno, a luglio hanno rivelato la presenza di un antico abitato romano come aveva spiegato l'archeologo Davide Pacitti incaricato dalla Sopraintendenza per i Beni Archeologici per il Veneto con murature dell'altezza di 80 centimetri, spogliate però della pavimentazione, probabilmente durante il periodo medioevale. L'abitato della Belluno romana coincideva con la Belluno medievale, mentre le sepolture, la necropoli stava all'esterno delle mura. Infatti Palazzo Crepadona, che prende il nome dalla antica nobile famiglia dei Crepadoni, rientra tra i più significativi edifici della città. Fu completato nel 1558, unendo una serie di edifici preesistenti che raccoglievano primitive abitazioni romane e substrati alto-medioevali di fortificazioni, di cui costituisce testimonianza l'altana, che ha conservato la struttura di una delle torri che sopravanzavano le mura settentrionali cittadine. Dal 1800 in poi ebbe destinazione in parte artigianale e in parte abitativa. Ai primi del 1900, all'epoca del primo piano regolatore della città, nell'area del complesso era stata prevista, previa demolizione dell'esistente, la realizzazione di un mercato coperto per la vendita dei commestibili. Mai realizzata. Diventerà biblioteca e ora la sua riqualificazione lo ripulirà da strutture e arredi dal sapore degli anni 80 per restituirlo nella sua veste quasi originaria.
Federica Fant
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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