L'ULTIMATUM
BELLUNO Il Nevegal annaspa, e sul futuro del Colle si addensano minacciosi

Giovedì 22 Agosto 2019
L'ULTIMATUM
BELLUNO Il Nevegal annaspa, e sul futuro del Colle si addensano minacciosi nuvoloni scuri. Gli operatori lanciano l'ultimatum alle istituzioni, dal Comune alla Provincia, fino alla Regione Veneto: «Diteci cosa volete fare di questa montagna, se non esiste un piano fatecelo sapere, così ci troviamo tutti un altro lavoro prima che sia troppo tardi»,
I TIMORI
L'incertezza si trasforma presto in preoccupazione e Vivaio Dolomiti, che da tempo fa da megafono ai malumori del Nevegal, chiama in causa i politici. Tutti, di tutti i colori, senza distinzione. «Dei progetti milionari in Regione, nessuno sa nulla - ha detto Gianni Pastella, il presidente - e la nostra associazione sta cercando di dare una mano destreggiandosi come può nel vortice di promesse, progetti e fantomatici milioni stanziati, ma non si cava un ragno dal buco».
L'INCONTRO
Ieri nella riunione svoltasi nella sede della Scuola di sci in piazzale (e inizialmente organizzata nell'Apres Ski e spostata causa la forte pioggia), i toni erano ormai esasperati. Ogni anno, alla fine dell'estate si profila l'incubo della possibile chiusura degli impianti. E puntuale, anche in questi giorni la stessa Scuola di sci lancia l'allarme: «Non ho ancora fatto la programmazione invernale - ha detto Alessandro Molin, direttore della Scuola - sono in ritardo sul calendario perché non so se quest'anno gli impianti saranno aperti». In ballo ci sono 3.500 bambini che potrebbero anche trovarsi senza i corsi che ogni inverno vengono organizzati. C'è poi tutto l'indotto e il potenziale bacino di 5 milioni di appassionati dello sci che sarebbero costretti ad emigrare verso altri impianti. Una specie di suicidio turistico che farebbe calare la pietra tombale sul futuro del Nevegal.
LA PROPRIETA'
La questione ruota tutta attorno agli impianti, proprietà dell'Alpe del Nevegal che non sarebbe disposta a cederli al Comune. Palazzo Rosso, da parte sua, mette sul piatto 500mila euro, ma non può darli a una società che registra perdite. La scappatoia sarebbe che l'Alpe riversasse gli impianti in una nuova società. Su un binario parallelo corrono non meglio definiti progetti in fase di elaborazione a Venezia, in Regione.
LE MANOVRE
Vivaio Dolomiti ha contattato anche il Pd regionale per presentare un piano di rilancio del Colle e il capogruppo ne ha proposto l'illustrazione in consiglio regionale. Sullo sfondo, la grande opportunità delle Olimpiadi: «Dovremmo riuscire ad agganciare il piano di sviluppo del Nevegal a quel treno, se perdiamo anche quello, allora è davvero finita». La parola passa ora alla politica, Massaro in testa. Il tempo stringe. Per davvero.
Giovanni Longhi
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