L'inno post-maltempo ora è online

Giovedì 13 Dicembre 2018
L'inno post-maltempo ora è online
L'INIZIATIVA
BELLUNO «C'è un tempo per sperare e un altro per soffrire, un tempo per andarsene e uno per restare». Belluno alza la voce. Lo fa in coro, in sala registrazioni e poi lo grida al mondo, che il Bellunese ce l'ha fatta, si sta risollevando, ma ha bisogno d'aiuto. Il singolo Alziamo la voce è online dalle 15 di ieri. E già ne parlano tutti.
Nato dall'idea di Alessandro Casol, Davide De Faveri e Andrea Albano e concretizzato con il coinvolgimento di una cinquantina di musicisti della provincia, il singolo è un inno alla resilienza e al coraggio di chiedere aiuto.
IL PROGETTO
Tutto è nato la notte tra il 3 e il 4 novembre, quando la televisione restituiva le immagini di una provincia devastata, dove ettari di foreste erano a terra e metri cubi di fango invadevano strade, giardini e abitazioni. Prima di addormentarsi, dalla sua casa di Milano dove al momento vive, il belluese Alessandro Casol ha lanciato un appello al web. «Poi ho spento il cellulare e sono andato a dormire racconta, ancora incredulo -. Quando l'ho riacceso il mattino dopo ho trovato tantissime risposte di persone entusiaste per la mia proposta. Davide De Faveri mi ha subito inviato il ritornello del brano e in giornata qualcun altro la traccia per la musica. Credo fortemente nel potere delle passioni, davanti a questa tragedia mi sono chiesto cosa potessi fare e mi è venuta questa idea, accolta subito con grande entusiasmo».
SALA DI REGISTRAZIONE
Da lì è partito tutto e in una ventina di giorni, con un lavoro febbrile Casol, De Faveri Albano hanno riunito intorno al progetto una cinquantina di musicisti. E' stato scritto il testo, con parti rap e rock, ed è stato messo in musica. Quindi, con 26 ore in sala registrazione il 24 e il 25 novembre il singolo è stato registrato. Il brano è stato completato con un video, dove i musicisti in sala registrazioni si alternano a vedute dall'alto del territorio profondamente inciso e ferito. Un pugno allo stomaco, ma commovente.
IL TESTO
Le parole portano la firma di Davide De Faveri e di Marco Dal Farra, Raffaele Azzolini, Andrea Mole Riva e di Giovanni Lotto, in arte Inculto.
«Non avevo mai trattato prima un tema simile, nelle mie canzoni spiega De Faveri -. Tutti abbiamo cercato di evitare i soliti clichè, per spronare invece i bellunesi ad alzare la voce, a chiedere aiuto perché non ci si deve vergognare ad avere bisogno». Il brano è stato cantato a voci alterne dai musicisti, parla di rinascita, di una terra fragile bisognosa di cure, di coraggio e di solidarietà.
«C'è una strada da imboccare per non sentirsi soli cantano gli artisti -, per non franare a valle stringiamoci le mani, se questa nostra terra si merita un domani dobbiamo riprometterci che ognuno la consoli. Non c'è più spazio adesso per l'infelicità».
LA SOLIDARIETÀ
Il singolo è acquistabile dalle 15 di ieri dal sito www.bellunoalzalavoce.it, il suo prezzo di partenza è di 2 euro. Il ricavato servirà per ricostruire il Parco di Lambioi. Sarà devoluto al Comitato Gocce di Sole che, a sua volta, lo girerà al Comune.
«Adotteremo il parco spiega Manuela Selvestrel, presidente della Onlus -, il posto del cuore dei giovani e delle famiglie bellunesi. Guardarlo così, com'è ora ci piange il cuore».
La speranza, dunque, è in un acquisto di massa, ben oltre i confini bellunesi. Ieri, alla presentazione ufficiale della canzone in Comune, il presidente della Provincia Roberto Padrin si esposto con una promessa. «Faremo di tutto per dare risonanza a questo brano - le sue parole -, abbiamo il compito di aiutare questi giovani perchè se lo meritano».
Alessia Trentin
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