L'INCONTRO
BELLUNO Non ancora amici, ma quasi. Il lupo, oggi, fa un po' meno

Lunedì 17 Giugno 2019
L'INCONTRO BELLUNO Non ancora amici, ma quasi. Il lupo, oggi, fa un po' meno
L'INCONTRO
BELLUNO Non ancora amici, ma quasi. Il lupo, oggi, fa un po' meno paura. L'ha fatto intendere la ventina di persone sedute venerdì sera nella sala cappella di Palazzo Crepadona per l'incontro Il lupo. Tra realtà e immaginario tenuto dall'esperto naturalista Giuseppe Tormen e voluto dal direttore della Biblioteca Giovanni Grazioli. A occupare le sedie non allevatori e non pastori, ma persone che frequentano i boschi per passeggiate con bambini e cani, oltre all'assessore all'ambiente Stefania Ganz. «La situazione si è un po' tranquillizzata ha dichiarato Tormen -, anche perchè le predazioni sono molto rare oggi. Lo scorso anno ce n'è stata solo una in Nevegal». Insomma, con il lupo i bellunesi stanno imparando a convivere. «Posso andare in montagna con il mio cane?», ha domandato qualcuno, «i recinti elettrici sono davvero sicuri?», il dubbio di un altro. A tutte i quesiti Tormen ha dato risposta.
LA POPOLAZIONE
Il numero degli esemplari in provincia è in leggera crescita. In Nevegal si è formata una nuova coppia che va ad aggiungersi alla coppia alfa, l'unica che figlia, portando così il branco a 5-6 elementi. Anche in Cansiglio si è formata una nuova coppia e, nelle prossime settimane, si scoprirà se la femmina ha già partorito dei cuccioli così come in zona Cesen. I branchi, nel complesso, contano una ventina di esemplari in tutto. A questi si aggiungono i lupi in dispersione, alla ricerca di un loro territorio dove formare un branco, che portano il numero totale delle presenze in provincia di Belluno a circa 25. «I branchi sono quelli noti del Visentin, del Grappa e di Arabba ha spiegato Tormen , più elementi sparsi. Nel giro di 10-15 anni il territorio bellunese sarà saturo». I lupi sono fortemente territoriali, non possono essercene tanti in una stessa area per cui non si espanderanno all'infinito. Dato, questo, che ha messo di certo tranquillità nell'uditorio.
I DANNI
L'emergenza avvertita nel 2016-2017 oggi non si sente più. E, d'altra parte, i numeri portati venerdì dal naturalista confermano come non sia propriamente il grande carnivoro la principale causa dei danni ad allevatori e agricoltori. Nel 2018, infatti, la Regione Veneto ha pagato 168mila euro di indennizzi per i danni da lupo al bestiame e alle greggi, contro il milione e 200mila di cui indennizzati solo 814mila per quanto riguarda i problemi causati dagli ungulati. «Il lupo è responsabile del 20% dei danni rispetto agli altri animali le parole di Tormen . Anzi, possiamo dire che porta benefici basti vedere cosa sta accadendo in Cansiglio». La piana sconfinata fino a qualche anno fa era un deserto biologico. I cervi, voraci mangiatori di vegetazione, avevano spinto molte specie animali a spostarsi in altre zone alla ricerca di cibo ma il lupo, con il suo arrivo, ha a sua volta spinto i cervi a disperdersi favorendo il ritorno della biodiversità.
IL MITO
Così, in quasi due ore di nozioni, racconti e video Tormen ha fatto appassionare la platea al lupo e ha smontato paure ataviche e miti. Sono 150 anni che non si registrano in Europa attacchi all'uomo. Gli ultimi casi risalgono a quando, nel 1800, i bambini venivano messi a guardia delle greggi e lasciati soli nei boschi a vigilare il bestiame. «Situazioni simili non esistono più oggi le parole del naturalista e con i giusti accorgimenti il predatore può essere tenuto lontano. In Nevegal un pastore tiene un gruppo di pecore nel bosco in piena zona lupi, ma il recinto è elettrificato e non si sono mai verificate predazioni».
Alessia Trentin
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