L'ex caserma Piave continua a dividere ora fa discutere anche Slow Machine

Mercoledì 2 Dicembre 2020
PALAZZO ROSSO
BELLUNO L'ex Caserma Piave continua a dividere il Consiglio comunale. La richiesta dell'Associazione culturale Slow Machine di avere un altro edificio in locazione all'interno dell'ex compendio militare di via Tiziano Aspetti ha infuocato ancora una volta l'assemblea consiliare di Palazzo Rosso attorno alla questione, dibattuta da anni, dell'utilizzo degli spazi. «Nulla contro Slow Machine, ha tenuto a precisare Raffaele Addamiano di Obiettivo Belluno Fratelli d'Italia, prima di argomentare il suo voto contrario all'operazione. Si trattava solo di votare il via libera alla concessione di un nuovo spazio ad una associazione, le associazioni già inserite sono molte e per tutte è stato dato l'ok, ma il tema ha riaperto il dibattito. Opinione comune ai gruppi consiliari di opposizione, Partito Democratico escluso, è quella di un utilizzo non organizzato e non ben finalizzato del grande spazio, di una mancata rendicontazione in commissione delle attività svolte al suo interno e dei soldi spesi dagli occupanti per la ristrutturazione degli edifici. «Ho serie perplessità rispetto allo stato complessivo del luogo, decisamente degradato le parole di Addamiano, espresse prima del voto contrario -. Non ho memoria di rendicontazioni in commissione terza delle attività svolte dalle associazioni nelle sedi. Inoltre ho qualche dubbio, già espresso in passato, perché l'articolo 9 della convenzione stabilisce che il Comune rinunci deliberatamente alla fideiussione rispetto agli eventuali inadempimenti della convenzione». Contrario anche Franco Roccon, di Civiltà Bellunese, che da tempo ha gli occhi puntati sulla cittadella del terzo settore. «È un complesso di edifici che ospitano tante associazioni, dove di tanto in tanto se ne aggiungono di nuove come in un puzzle, ma manca un disegno complessivo». (A.Tr.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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