«L'epidemia? Un periodo devastante»

Sabato 13 Giugno 2020
VALLESELLA
Dal novembre 2003 è il direttore del servizio di immunoematologia e trasfusionale dell'Azienda ospedaliera di Padova, Giustina De Silvestro è cadorina di Vallesella di Cadore. In questi mesi l'abbiamo conosciuta per il suo impegno ad allestire la banca del plasma. Dopo gli studi secondari è scesa per l'università nella città del Santo e non è più rientrata perché la professione l'ha impegnata a Padova ma il suo Cadore le è mancato tantissimo in questi mesi. Appena possibile, rientra per ammirare le Dolomiti. Tanto è legata alla sua terra da essere consigliere comunale a Domegge e da rappresentarla in Magnifica Comunità. È a Giustina De Silvestro che il governatore Luca Zaia ha affidato la realizzazione di un importante progetto: raccogliere il plasma del sangue delle persone guarite dal Covid come terapia per chi sta male, oggi e in futuro, in attesa del vaccino che metta in sicurezza la popolazione.
Dottoressa De Silvestro, come definirebbe questo periodo?
«È devastante dal punto di vista professionale, per quanto mi riguarda, soprattutto per la grande pressione mediatica che non coincide di certo con il mio carattere. Pesa di più questo aspetto che il lavoro quotidiano. Da buona cadorina sono riservata».
Già, riservata e allergica ai riflettori, ha sempre lavorato senza esibirsi, un lavoro che ma e che in questa primavera l'ha fatta conoscere all'Italia intera. Ci spieghi come funziona la banca del plasma.
«L'idea si basa sul fatto che molti esperti pensano che ci potrebbe essere una recrudescenza in autunno: visto che abbiamo riscontrato gli effetti positivi di questa terapia, saremo pronti a partire molto precocemente. Fondamentale sarà avere plasma con una quantità di anticorpi sufficiente per applicare una terapia efficace».
Come valuta la favorevole situazione in Cadore dove sono stati pochi i casi di Covid 19?
«La mia terra parte da condizioni favorevoli. Abbiamo abitudini di vita che ci aiutano nella distanza sociale, siamo in pochi e avulsi ai comportamenti che portano ai grandi assembramenti».
Quali i consigli che si sente di dare?
«Aver fiducia nella ricerca e prudenza nei comportamenti utilizzando i dispositivi di sicurezza personale, l'igiene delle mani. Seguire quelle che sono le indicazioni che ci vengono da Governo e Regione perché alla fine la linea di condotta è la stessa: ci si basa sui medesimi dati. Quando dopo il 18 maggio c'è stata la movida in piazza a Padova il governatore Zaia giustamente si è arrabbiato con questi giovani. Mi hanno raccontato che a Conegliano era lo stesso e che anche in piazza a Domegge c'è stato lo stesso fenomeno tanto che sono dovuti intervenire i carabinieri. Capisco questi ragazzi, si possono trovare lo stesso ma con un minimo di prudenza, avere pazienza e aspettare un po' significa rendere poi la conquista, quando questa arriverà, in forma completa. Si può vivere trovando un giusto compromesso in attesa di una maggiore certezza. Il tempo ci aiuterà a capire di più e meglio».
Giuditta Bolzonello
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