L'EMERGENZA
BELLUNO Ci sono già una decina i casi denunciati di presunta

Mercoledì 13 Dicembre 2017
L'EMERGENZA
BELLUNO Ci sono già una decina i casi denunciati di presunta usura tra 2016 e 2017 nel Bellunese. I numeri arrivano dalla responsabile nazionale dell'ufficio legale dell'associazione nazionale Vittime di Usura e Estorsione (Anvu), l'avvocato Monica Nassisi che ieri era in Tribunale a Belluno. Il legale ha incontrato un impresario edile che si è trovato in una situazione che potrebbe far partire la denuncia per usura. «Noi ci siamo non sei solo - dice l'avvocato Nassisi - lo ricordiamo, perché una cosa che accomuna tutte le vittime è che sono sole e non hanno tutela». «Spingiamo sempre a denunciare - dice l'avvocato Nassisi - perché riteniamo che sia il modo affinché si spezzi la catena. Anche se, ovviamente, sappiamo bene che le persone sono spesso sole in questo. Il percorso è molto lungo e ci sono una serie di fattori che vanno a concatenarsi: si è indifferenti». I numerosi casi bellunesi finiti in Tribunale, infatti, casi relativi la presunta usura per prestiti per credito al consumo, sono terminati con un decreto di archiviazione. «La cosa vergognosa - prosegue l'avvocato Nassisi - è che purtroppo è quasi come non si riuscisse a individuare un responsabile a livello penale. È impossibile che si dica che in Italia si commetta un reato, ma non si individui l'autore del reato. Eppure c'è qualcuno che decide, che si mette i soldi in tasca e lucra sulle disgrazie della gente».
Nel caso dell'impresario edile bellunese, trattato ieri dall'avvocato Nassisi, l'uomo ha dovuto far debiti per pagare Equitalia. «Le cause per cui si cade nel baratro sono molteplici - dice il legale - e c'è una doppia usura, se non tripla. Ci sono i soggetti attivi, come Equitalia, oggi Agenzia entrate riscossione, che ha cambiato nome ma è diventata peggio di prima. Ha dei poteri allucinanti, con cui rovina la vita di imprenditori professionisti famiglie. Procedono persino per procedure sospese dall'autorità giudiziaria. Poi ci sono le banche e le finanziarie. Poi quando le banche chiudono i rubinetti, visto che rischiano con il grande investitore, ma non con il piccolo imprenditore, si arriva a altri soggetti per chiedere prestiti. E oggi l'usuraio si traveste sotto mille forme e si trova persino sui social, dove si trovano annunci che offrono prestiti».
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