L'APPUNTAMENTO
BELLUNO Sono tre le tappe volute dalla diocesi di Belluno-Feltre

Venerdì 18 Gennaio 2019
L'APPUNTAMENTO
BELLUNO Sono tre le tappe volute dalla diocesi di Belluno-Feltre per celebrare la Settimana per l'unità dei cristiani che tutta la chiesa celebra da più di un secolo . Anche quest'anno, come da tradizione, essa prende il via nella giornata di oggi, 18 gennaio, per concludersi il giorno 25. L'esordio di oggi è affidato al canto dei Vespri in rito bizantino che, presieduto dal vescovo mons.Renato Marangoni, riunirà nella stessa chiesa le parrocchie ortodosse rumene e la chiesa di Belluno; in provincia di Bellun ci sono infatti alcuni sacerdoti provenienti dalla Romania arrivati sin qui proprio per seguire i loro connazionali emigrati per lavoro; l'appuntamento è per le ore 19 nella chiesa di Mussoi, in città. Dopodomani, sabato, la Settimana si sposterà a Sedico con una preghiera ecumenica nella sede della comunità evangelica «Nuova Pentecoste» che si trova in via Cal de Messa; inizio ore 17,30). Le iniziative bellunesi dedicate alla preghiera per l'unità dei cristiani si chiuderanno infine venerdì 25 con un incontro pubblico dedicato al tema Il dialogo ecumenico fra identità e unità; l'appuntamento sarà animato da Gregorio Piaia, docente emerito all'Università degli studi di Padova; ad organizzare quest'ultima evento (sala parrocchiale di Santa Maria di Loreto, a Belluno, ore 15,30) è il Gruppo Sae (Segretariato attività ecumeniche) intitolato a Monsignor Emilio Zanetti, sacerdote bellunese originario di Valle di Cadore, scomparso quasi vent'anni or sono, che tanto si era speso per il dialogo interreligioso. Il tema proposto quest'anno per la riflessione della Settimana è Cercate di essere veramente giusti ed è stato preparato dalle Chiese cristiane indonesiane. Il motto della Settimana di preghiera fa quindi riferimento ad un duplice livello: «Riconoscere che i cristiani hanno operato comportamenti ingiusti nei confronti del mondo e della realtà scrive la Diocesi presentando gli eventi e nel contempo, a fronte di queste ingiustizie siamo obbligati, come cristiani, a esaminare i modi in cui possiamo essere stati coinvolti in queste forme di ingiustizia. Il motto interpella poi le chiese sul nesso tra ingiustizia e divisione dei cristiani». (G.S.)
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