IL PROCESSO
BELLUNO Se avesse indossato le cinture la passeggera morta sarebbe

Venerdì 29 Novembre 2019
IL PROCESSO BELLUNO Se avesse indossato le cinture la passeggera morta sarebbe
IL PROCESSO
BELLUNO Se avesse indossato le cinture la passeggera morta sarebbe sopravvissuta? Un quesito per il quale il giudice Angela Feletto vuole una risposta tecnica e dirimente. È per questo che ieri pomeriggio, in Tribunale a Belluno, dopo le conclusioni del processo per la morte della 42enne bellunese Barbara Durastante ha riaperto l'istruttoria e ha nominato un perito per togliersi anche l'ultimo dubbio.
La 42enne bellunese Barbara perse la vita mentre viaggiava come passeggera sull'auto condotta dall'amico Evandro Gonsalves Galhardo, che aveva un'alcolemia di 3 grammi di alcol per litro si sangue. Lo schianto avvenne la sera del 19 dicembre 2017, quando il brasiliano 40enne ubriaco, finì con la vettura su un platano in via Vittorio Veneto. Barbara morì sul colpo e lui finì all'ospedale: dopo le cure si rese irreperibile tornando al suo paese. Ma il processo per omicidio stradale, con l'aggravante dell'ubriachezza, nel quale il brasiliano era rappresentato dall'avvocato di fiducia Ferruccio Rovelli, ieri era arrivato alla conclusione. Il pm Gianluca Tricoli aveva già chiesto la condanna a 8 anni e mezzo, oltre alla revoca della patente, per Gonsalves Galhardo. La difesa con l'avvocato Rovelli ha sostenuto che se la donna avesse indossato le cinture, non sarebbe morta. «La velocità non era sostenuta», ha detto nella sua arringa il difensore, ricordando che anche il barista sentito come teste della difesa poco prima aveva spiegato che il brasiliano non sembrava ubriaco. Il giudice si è ritirata in camera di consiglio per circa un'ora, ma poi non è uscita con una sentenza, ma con l'ordinanza con cui ha disposto la nuova perizia, affidata a Cermelo Dinoto. È la seconda dopo quella sulla vettura.
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