IL PIANO
BELLUNO Dall'emergenza abitativa all'emergenza spopolamento: Ater lancia

Sabato 22 Febbraio 2020
IL PIANO
BELLUNO Dall'emergenza abitativa all'emergenza spopolamento: Ater lancia ai Comuni la proposta di collaborazione, ma dai sindaci nessuna risposta. Era partita con le migliori intenzioni la presidente di Ater Ilenia Rento ieri pomeriggio quando, dopo aver presentato il piano triennale delle opere e il bilancio previsionale, ha passato alla sala la patata bollente. A quel punto è calato il silenzio. I primi cittadini intervenuti all'incontro nella sala parrocchiale di Cavarzano non hanno detto la loro, pur sollecitati, sul grande tema dello spopolamento. Argomento dibattuto, arci discusso, entrato in tutte le stanze dei Bottoni da Venezia al Comelico, ma che, evidentemente, lascia ancora senza parole.
IL PROGETTO
Solo il sindaco di Belluno Jacopo Massaro e quello di Feltre Paolo Perenzin si sono alzati in piedi per un breve intervento. Ad ogni modo Rento e il resto della dirigenza Ater andranno avanti: d'ora in poi amplieranno l'impegno sociale fino a comprendere, anche, la ricerca di possibili aiuti alla lotta contro lo spopolamento. Qualche idea la presidente l'ha messa sul piatto, ieri. Proposte concrete, da avviare a breve se i sindaci offriranno la sponda per un confronto. «Al fine di contrastare la piaga dello spopolamento che da anni affligge la nostra provincia, oggi vi propongo di valutare la possibilità di attivare dei progetti condivisi tra comuni e Ater ha dichiarato ieri agli amministratori in sala, prima di snocciolare le idee -. Noi mettiamo a disposizione la nostra struttura, i nostri tecnici, il nostro know how perché credo sia arrivato anche per noi il momento di scommettere sulla nostra provincia e sul nostro futuro. Siamo pronti ad assumere ulteriore personale, se ce ne sarà bisogno. Siamo disponibili a valutare diverse tipologie di progetti, sia a carattere provinciale sia a livello di Unioni Montane o di unioni di Comuni». Insomma, il terreno è favorevole ad avviare una nuova fase. Ater sinonimo di case popolari, sì, ma da qualche tempo anche belle e iper tecnologiche e in futuro anche sinonimo di lotta allo spopolamento.
LE PROPOSTE
Sono solo idee, ma ieri Rento le ha volute raccontare al suo pubblico per lanciare un seme, nella speranza ne nascano collaborazioni. Si va dalla costruzioni di appartamenti da vendere sulla carta a giovani coppie con il vincolo di mantenere la residenza per almeno 10 anni nel comune, fino al calmieramento dei prezzi nei territori a vocazione turistica. Si guarda anche all'agricoltura e alla scoperta della terra da parte delle giovani generazioni. Un affitto più basso rispetto al prezzo di mercato potrebbe allora essere barattato con lo sfalcio di prati e la pulizia del bosco attorno a casa. «Siamo a disposizione per dare vita a progetti che valorizzino piazze, centri storici, borghi prosegue Rento - per fornire alla collettività luoghi di incontro culturali, centri ricreativi, sale ad uso civico. I luoghi di aggregazione sono fondamentali per una comunità, contribuiscono a rivitalizzare i comuni, a creare interessi e vita sociale». Ma non ci sono case piene di vita e famiglie senza servizi. Ater ha pensato anche a questo. Sono infatti diversi i negozi di proprietà dell'Azienda, che potrebbero essere utilizzati in questa chiave invece che tenuti chiusi e bui. «Immettere nel mercato luoghi dove svolgere piccole attività commerciali o artigianali magari con agevolazioni sul canone o esenzioni per determinate spese potrebbe essere una proposta concreta per far ripartire alcuni servizi essenziali ha aggiunto -. Ovviamente questi sono solo degli esempi ma siamo aperti alle esigenze del territorio e a valutare assieme anche altre proposte. Non vi chiedo di presentare degli schemi preconfezionati, vi ho chiesto di essere qui presenti oggi perché è necessario conoscere bene il territorio, sapere esattamente cosa serve nelle nostre comunità, e nessuno meglio di voi può rappresentare le esigenze ed i bisogni del proprio territorio in modo che, assieme, possiamo attivarci e non perdere occasioni importanti che potrebbero non ripresentarsi. Tante, troppe volte ci siamo sentiti dire che una certa attività non si poteva fare, che un'idea non avrebbe potuto concretizzarsi, ma per realizzare qualcosa di importante bisogna crederci e farsi parte attiva nella realizzazione del progetto». A quel punto, salvo i due interventi di Perenzin e Massaro, nessuno ha detto la sua. Eppure sullo spopolamento si potrebbero riempire volumi. Qualcuno, prima dell'incontro, aveva contattato Rento per un confronto sul tema e qualcuno, al termine della presentazione, l'ha fermata per uno scambio di parole con la promessa di risentirsi presto. La speranza è dunque che la proposta non sia caduta nel vuoto e che, fatte le dovute riflessioni, i sindaci mettano da parte la timidezza e si rendano disponibili ad un confronto davvero partecipato.
Alessia Trentin
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