IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO É scesa un po' di neve sul Nevegàl, ma

Venerdì 28 Febbraio 2020
IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO É scesa un po' di neve sul Nevegàl, ma ormai la stagione invernale se ne è andata. Ci mancava solo il Covid-19, il Coronavirus, a fermare i lavori per la costituzione della New-co. L'Alpe del Nevegàl, lunedì scorso, si sarebbe dovuta riunire in assemblea per la decisione sul da farsi. Ma l'assemblea è stata annullata per seguire le disposizioni. Un'assemblea decisiva che potrebbe dettare alcuni importanti equilibri sul futuro impiantistico del Colle. Intanto il tempo passa. A Palazzo Rosso si è finito di esaminare la parte riguardante le normative per la costituzione di quella società che dovrebbe comprendere secondo le intenzioni espresse soci pubblici e privati che gestirebbe gli impianti del Colle e si è passati alla parte economica-finanziaria dell'operazione. Nel frattempo abbiamo chiesto a Vivaio Dolomiti un commento della situazione attuale. «Quasi un secolo di sci in Nevegal sta per essere cancellato per sempre. Quest' anno ci si è messo pure il clima, e dulcis in fundo il Coronavirus, ma il destino del Colle era comunque segnato afferma il portavoce, Gianni Pastella -. La New.co non si può fare, come avevamo gia evidenziato l'anno scorso. L'unica soluzione possibile sarebbe stata che il Comune ridiventasse proprietario degli impianti, come da noi suggerito e come condiviso pure dalla Regione Veneto con l'assessore al Turismo, Federico Caner». Vivaio Dolomiti ricorda poi, come «la Regione si sarebbe impegnata con una ingente somma per il rilancio. Ma questa proposta è stata bocciata e allora non resta che la chiusura con conseguente perdita del demanio sciabile. Questo vuol dire chiusura pure per le attività turistiche estive, bike comprese». A livello politico, Vivaio Dolomiti, non lesina qualche critica. «L'incompetenza dell'amministrazione nella gestione del Nevegal, che parte dal fallimento della Nis (del 2012 Ndr), ora sta portando i suoi frutti. Vedremo chi si caricherà le bonifiche obbligatorie dell'area interessata. Spenderemo centinaia di migliaia di euro per chiudere tutto». (Fe.Fa.)
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