IL FUTURO
BORGO VALBELLUNA Martedì tra Mel e Villa di Villa è stata

Giovedì 12 Dicembre 2019
IL FUTURO
BORGO VALBELLUNA Martedì tra Mel e Villa di Villa è stata scritta una grande pagina di solidarietà tra operai. Ma negli scenari che si scrivono da oggi la generosità non ha margini di manovra. La domanda che si rincorre in queste ore tra i lavoratori che varcano il cancello dello stabilimento è sempre la stessa: «E ora?».
L'INCONTRO
Questa mattina è previsto un incontro tra Palazzo Chigi e l'Ambasciata cinese in Italia. Sopra il tavolo proprio la questione Wanbao. Il governo si aspetta che la diplomazia cinese chiarisca una volta per tutte se ha margini per convincere la municipalità di Guangdong (maggior azionista di Wanbao) a investire ancora su Mel. Difficile che l'appuntamento di oggi possa rivelarsi determinante. Occhi puntati quindi sul 17 quando al Ministero per lo sviluppo sono nuovamente convocate parti sociali e proprietà. Dal palco della manifestazione la Fiom ha chiarito che a questo punto l'accanimento con la diplomazia cinese è inutile. Se non si sono mossi di un millimetro fino ad ora difficilmente lo faranno nei prossimi giorni. Per questa ragione il 17, al tavolo del Mise, il governo potrebbe vedersi costretto a prendere una posizione chiara su Acc e sull'ipotesi commissariamento.
GLI SCENARI
Tre a questo punto solo le possibili vie d'uscita per lo stabilimento. La prima è la più dolorosa per i dipendenti Wanbao Acc Italia. Termina la produzione e inizia la liquidazione. Tempo scaduto per l'arrivo di un acquirente. Il piano B per salvare Acc, una pista che in queste settimane ha tenuto impegnata la politica, lontano dai riflettori, è arenato sul tavolo del sottosegretario Alessandra Todde. Si tratta di una revisione della legge Prodi-bis per consentire l'entrata in azione (ovviamente con la disponibilità di chi lascia l'azienda perché altrimenti si tratterebbe di esproprio) del commissario anche oltre i due anni. Un decreto cucito su misura per le crisi aziendali come Acc: l'arrivo di investitori che al termine della procedura vincolata di due anni scelgono di andarsene. Anche in questo scenario i tempi ristretti potrebbero però giocare a sfavore di Mel. Ci sono poco meno di due mesi (in mezzo ci sono le ferie di Natale) rischiano di risultare insufficienti.
LA TERZA VIA
L'altra possibilità è rappresentata da una dichiarazione di insolvenza. Devono però verificarsi gli estremi, deve esserci l'iniziativa di un creditore (o delle organizzazioni dei dipendenti) e del pubblico ministero. Anche questo scenario prevede l'entrata in azione di un commissario. Toccherà al tribunale delle imprese di Venezia, e non al tribunale di Belluno, individuarlo.
IL NODO CRUCIALE
Il futuro dei 290 operai, in questi ultimi due scenari, passa però attraverso l'individuazione di un acquirente. Qualcuno interessato a mettere dei soldi per garantire un futuro allo stabilimento.
Andrea Zambenedetti
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