IL DISAPPUNTO
BELLUNO Le Case di riposo sono le strutture più fragili della provincia. Quando entra il Covid-19 gli anziani più deboli rischiano di non farcela. Ecco perché è fondamentale essere coordinati al massimo. Lo sostengono, oggi ancor più di ieri, le organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl e Uil che da giorni insistono sul tema. Ma fino a quando il problema non era contingente, la situazione era rimasta sottotraccia. Oggi si manifesta in tutta la sua drammaticità.
L'APPELLO
Gianluigi Della Giacoma e Andrea Fiocco (Cgil Fp) chiedono al Prefetto e alla Usl di istituire un tavolo, un osservatorio, una task force, insieme alle amministrazioni che gestiscono le case di riposo «per affrontare al meglio l'emergenza del Covid-19». «Il vero problema affermano Della Giacoma e Fiocco sta nelle case di soggiorno per anziani. Lì si annida la vera criticità». Anche la Cgil a livello regionale ha scritto all'assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin che vengano istituiti questi tavoli. Ovviamente la stessa procedura è stata seguita anche a livello provinciale, facendo richiesta scritta al Prefetto di Belluno. «Se in pianura è già emergenza, qui lo diventerà. Ci sono sempre più anziani positivi, i dipendenti chiedono l'estensione dei tamponi anche a loro e tra questi, già ora ci sarà qualcuno di positivo - afferma Della Giacoma - purtroppo ormai la tendenza è quella. È urgente tutelare i dipendenti nelle case di riposo: servono per accudire i nostri nonni e sono il possibile veicolo dentro e fuori le Rsa. Serve creare una casa di riposo dove ricoverare i nostri anziani contagiati».
L'OSSERVATORIO
I direttori delle strutture residenziali del Distretto 1 della Usl già si sono organizzati in tal senso, lo hanno comunicato con una nota lunedì. «A questi incontri istituzionali, fa da sfondo un assiduo coordinamento tra i responsabili dei Centri Servizi, finalizzato all'assunzione delle decisioni più utili a favore sia dell'utenza che dei dipendenti, in un contesto che semplicemente non ha precedenti e che vede le Direzioni delle strutture impegnate in una complicata rincorsa dei continui assestamenti richiesti dall'abbondante produzione normativa di questi giorni», scrivevano Paolo Santesso (Sersa) e Arrigo Boito (direttore delle aziende speciali Asca e Servizi alla Persona Longarone-Zoldo). «Chiediamo un osservatorio in cui ci siano rappresentati tutti i soggetti interessati» precisa Della Giacoma. «Se, poi, le case di riposo vogliono fare da sole, dopo non piangano di essere maltrattate. Come è successo in Alpago dice fuori dai denti il sindacalista -. Se vogliono fare da soli, il nostro è solo uno spirito collaborativo. Ma finita l'emergenza si sappia che non faremo sconti a nessuno. Questo non è il momento, lo affermano in continuazione sia il presidente Giuseppe Conte, che il governatore del Veneto Luca Zaia. Ma noi sappiamo come è stata gestita la situazione, ribadisco non faremo sconti a nessuno. Ma non ora, non è il momento».
SENZA RISPOSTE
Andrea Fiocco intanto ribadisce come sia stata inviata una «diffida in una struttura della provincia, in quanto era arrivata la notizia che i dipendenti delle pulizie entravano ed uscivano senza troppi controlli. Se la situazione avrà un riscontro, bene. Altrimenti ci recheremo allo Spisal».
Federica Fant
© RIPRODUZIONE RISERVATA BELLUNO Le Case di riposo sono le strutture più fragili della provincia. Quando entra il Covid-19 gli anziani più deboli rischiano di non farcela. Ecco perché è fondamentale essere coordinati al massimo. Lo sostengono, oggi ancor più di ieri, le organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl e Uil che da giorni insistono sul tema. Ma fino a quando il problema non era contingente, la situazione era rimasta sottotraccia. Oggi si manifesta in tutta la sua drammaticità.
L'APPELLO
Gianluigi Della Giacoma e Andrea Fiocco (Cgil Fp) chiedono al Prefetto e alla Usl di istituire un tavolo, un osservatorio, una task force, insieme alle amministrazioni che gestiscono le case di riposo «per affrontare al meglio l'emergenza del Covid-19». «Il vero problema affermano Della Giacoma e Fiocco sta nelle case di soggiorno per anziani. Lì si annida la vera criticità». Anche la Cgil a livello regionale ha scritto all'assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin che vengano istituiti questi tavoli. Ovviamente la stessa procedura è stata seguita anche a livello provinciale, facendo richiesta scritta al Prefetto di Belluno. «Se in pianura è già emergenza, qui lo diventerà. Ci sono sempre più anziani positivi, i dipendenti chiedono l'estensione dei tamponi anche a loro e tra questi, già ora ci sarà qualcuno di positivo - afferma Della Giacoma - purtroppo ormai la tendenza è quella. È urgente tutelare i dipendenti nelle case di riposo: servono per accudire i nostri nonni e sono il possibile veicolo dentro e fuori le Rsa. Serve creare una casa di riposo dove ricoverare i nostri anziani contagiati».
L'OSSERVATORIO
I direttori delle strutture residenziali del Distretto 1 della Usl già si sono organizzati in tal senso, lo hanno comunicato con una nota lunedì. «A questi incontri istituzionali, fa da sfondo un assiduo coordinamento tra i responsabili dei Centri Servizi, finalizzato all'assunzione delle decisioni più utili a favore sia dell'utenza che dei dipendenti, in un contesto che semplicemente non ha precedenti e che vede le Direzioni delle strutture impegnate in una complicata rincorsa dei continui assestamenti richiesti dall'abbondante produzione normativa di questi giorni», scrivevano Paolo Santesso (Sersa) e Arrigo Boito (direttore delle aziende speciali Asca e Servizi alla Persona Longarone-Zoldo). «Chiediamo un osservatorio in cui ci siano rappresentati tutti i soggetti interessati» precisa Della Giacoma. «Se, poi, le case di riposo vogliono fare da sole, dopo non piangano di essere maltrattate. Come è successo in Alpago dice fuori dai denti il sindacalista -. Se vogliono fare da soli, il nostro è solo uno spirito collaborativo. Ma finita l'emergenza si sappia che non faremo sconti a nessuno. Questo non è il momento, lo affermano in continuazione sia il presidente Giuseppe Conte, che il governatore del Veneto Luca Zaia. Ma noi sappiamo come è stata gestita la situazione, ribadisco non faremo sconti a nessuno. Ma non ora, non è il momento».
SENZA RISPOSTE
Andrea Fiocco intanto ribadisce come sia stata inviata una «diffida in una struttura della provincia, in quanto era arrivata la notizia che i dipendenti delle pulizie entravano ed uscivano senza troppi controlli. Se la situazione avrà un riscontro, bene. Altrimenti ci recheremo allo Spisal».
Federica Fant