IL CASO
SOVRAMONTE «Fermo dal lavoro da quasi un mese, risparmi che iniziano

Venerdì 27 Marzo 2020
IL CASO
SOVRAMONTE «Fermo dal lavoro da quasi un mese, risparmi che iniziano a scarseggiare, morale sotto i tacchi. Almeno, mi son detto, sistemo il vecchio campo dei miei genitori coltivando fagioli e patate. Male che vada, ho pensato, non morirò di fame». E invece no. Il tragitto di due chilometri tra la casa di M.D. e il fondo di proprietà, sempre all'interno dei confini comunali di Sovramonte, gli è stato vietato.
IL PRECEDENTE
«È successo l'altro giorno - racconta - Dopo settimane di stop professionale e con la previsione che la situazione vada avanti così, congelata, ancora per parecchio tempo, ho pensato di metter mano al campo che un tempo coltivava la mia famiglia e che invece negli ultimi anni è stato abbandonato. Vaia, peraltro, gli ha dato il colpo di grazia abbattendo vari alberi». Detto, fatto. M. D. ha preparato tutti gli attrezzi necessari, li ha caricati in auto e si è diretto al suo piccolo possedimento. «Ovviamente da solo - sottolinea - senza alcun pericolo di contagio. Ma poco distante dalla mia abitazione sono stato fermato dalle forze dell'ordine che mi hanno chiesto dove fossi diretto e perché. La mia spiegazione, evidentemente, non è stata accolta perché mi hanno rispedito a casa». Ce n'è abbastanza per alcune considerazioni. «Innanzitutto una di carattere personale - dice - Mi spiace profondamente che non mi venga data la possibilità di distrarmi all'aperto, da solo, a pulire il mio fondo: ne beneficerebbe l'umore, ma se le cose dovessero andare avanti così ancora per lungo tempo avere dei fagioli e delle patate potrebbe veramente tornare utile per far quadrare i conti della spesa».
IL FUTURO
Ma M.D. pensa anche all'agricoltura e al turismo: «Se nessuno può recarsi a sistemare, ad arare e a seminare i campi, che ne sarà della produzione agricola? Ad esempio quella di pregio dei fagioli di Lamon? Quando torneranno i turisti, poi, troveranno fondi abbandonati e prati da falciare: un brutto biglietto da visita». Sulla questione si esprime anche l'Uncem, l'Unione nazionale che riunisce Comuni e Comunità Montane. Il presidente Marco Bussone sottolinea che «l'agricoltura, sia quella professionale che quella praticata da privati appassionati di orti, non si deve fermare. Evitando forzature ai decreti vigenti per la gestione dell'emergenza Covid 19, dovrebbe però essere consentita la vendita di patate da seme, sementi in busta, piantine per ortaggi che invece al momento è vietata. La bella stagione è iniziata e l'orto-florovivaistica così come chi la pratica devono essere messi nelle condizioni di operare. Mai come in questo momento seminare la terra significa coltivare il nostro futuro, sia per la creazione di beni di prima necessità sia anche, per chi pratica giardinaggio e orticoltura da hobbista».
Raffaella Gabrieli
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