IL CASO
Quarantasei predazioni accertate nella sola provincia di Belluno. Vittime

Sabato 9 Marzo 2019
IL CASO
Quarantasei predazioni accertate nella sola provincia di Belluno. Vittime del lupo, secondo il report compilato dalla Regione Veneto. Nel 2017 gli animali sbranati erano stati trentotto. Quasi tutte pecore e capre, qualche asino e qualche bovino. Ma gli allevatori sottolineano che in montagna il calcolo è molto più complesso: spesso gli animali attaccati dal lupo scappano, finendo negli strapiombi e quindi scomparendo per sempre alla vista e ai possibili accertamenti e conteggi.
NEL CAPOLUOGO
E' la città di Belluno a pagare il tributo più elevato. Nel 2018 nel solo territorio cittadino le vittime del lupo sono state dodici, diciannove erano quelle del 2017. Due nel biennio le vittime a Alano di Piave, 4 ad Alpago, 10 a Lentiai, 6 a Limana, 5 a Livinallongo del Col di Lana, 4 a Ponte nelle Alpi e a Rocca Pietore, 6 a Trichiana, 3 a Tambre. Ventotto mila euro è stato invece il totale degli indennizzi concessi agli allevatori della provincia di Belluno.
IN PROVINCIA
Nessuno degli altri comuni bellunesi raggiunge dunque la doppia cifra sulla colonna degli animali uccisi dal lupo. Nel territorio la presenza dei predatori è nota in Nevegal, sul Montegrappa, nella Valbelluna, in Alpago e nell'Agordino. Di recente hanno fatto scattare il campanello d'allarme anche nel monte Tomatico. La certezza è che il lupo è un animale molto mobile sul territorio, capace di percorrere distanze enormi in un tempo contenuto. Altrettanto certo, almeno limitandosi ai numeri, è che le politiche messe in campo fino a questo momento non hanno dato gli effetti sperati.
IN REGIONE
Nell'intera regione sono stati quattrocento i capi abbattuti e se in provincia di Vicenza le vittime sono arrivate a quota 91 (la situazione più delicata è sull'Altopiano di Asiago), Belluno si colloca al terzo posto, dietro Verona (148 vittime).
LA POLITICA
L'assessore regionale all'Agricoltura, Giuseppe Pan spiega di aver inviato al ministero per l'Ambiente il report in modo da sollecitare nuovamente la riapertura del confronto nazionale sul piano di gestione. «L'incremento - ha spiegato l'assessore - del numero degli attacchi e dei valori economici deve imporre una rivisitazione delle strategie».
GLI ALLEVATORI
Chi vive quotidianamente in prima linea, la questione lupo, sono però gli allevatori: costretti a fare i conti con i capi che vengono sbranati. «Noi abbiamo chiesto gli indennizzi - spiega Alberto Morandi, imprenditore - ma il problema è che la Regione paga 150 euro per ogni carcassa che viene ritrovata. Di tutti gli altri animali che fuggono o cadono morenti nei burroni noi non riceviamo nulla. Neanche quei 150 euro, che sono comunque meno rispetto al valore di mercato». Sul futuro dei lupi l'imprenditore agricolo ha le idee chiare: «Noi siamo dell'idea che vadano eliminati completamente. Abbiamo bisogno di vivere tranquilli».
Andrea Zambenedetti
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