IL CASO
BELLUNO Toccherà alla Polizia provinciale il compito di inviare

Venerdì 7 Maggio 2021
IL CASO BELLUNO Toccherà alla Polizia provinciale il compito di inviare
IL CASO
BELLUNO Toccherà alla Polizia provinciale il compito di inviare ai carabinieri la documentazione che riguarda le trappole utilizzate per la cattura e il contenimento delle gazze e delle cornacchie. Nei giorni scorsi una di queste gabbie, posata lungo la ferrovia a Cusighe, aveva fatto scattare la segnalazione alle forze dell'ordine e l'intervento della polizia Ferroviaria. «Pur non entrando nel merito del fatto che conosco poco - ha spiegato il consigliere delegato alla flora e fauna della Provincia, Franco De Bon - ribadisco la validità del piano che è stato trasmesso ai carabinieri che stanno facendo le indagini».
LE QUESTIONI APERTE
Secondo le associazioni gli aspetti da chiarire sono diversi. «La gazza era inanellata come da normativa, la 157/92? - si chiede Cristiano Fant, di Siamo tutti animali - Esiste la sentenza della Corte di Cassazione 2341(terza sezione), che condanna la detenzione di uccelli come esche vive se le gabbie dove sono tenute non hanno le dimensioni adatte». De Bon assicura che le gabbie utilizzate sono quelle approvate dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
LE RONDINI
Ma Fant pone l'accento anche su un'altra questione, quella delle rondini che sono tornate ad animare il capoluogo. Alcune hanno già occupato i vecchi nidi, altre stanno covando. Sono comparsi, però, in diversi luoghi degli spuntoni sulle tavolette che erano state messe per contenere il guano che può fuoriuscire dal nido e disturbare alcuni negozianti. Dissuasori che potrebbero risultare letali, per questi uccelli. Una di queste tavolette è stata capovolta da ignoti. È il movimento antispecista Siamo tutti animali a sollevare la questione: «Siamo stati avvisati racconta Cristiano Fant, presidente del movimento che sulle tavolette, che avevamo messo sotto i nidi di rondine, in centro a Belluno, sono stati posizionati degli spuntoni di metallo da chi si occupa del progetto Belluno città delle rondini (quindi dal Comune e dalla Provincia). Una cosa che può risultare pericolosa sia per le rondini che per i piccoli i quali, cadendo, potrebbero infilzarsi». Nei primi anni del progetto gli animalisti avevano accolto le richieste dei negozianti del centro che chiedevano misure per contenere il guano delle rondini. Vennero così istituite, «di concerto con la Lipu e altre associazioni, le tavolette, che si sono rivelate inefficaci perché è stato detto più tardi che favorivano le predazioni. In questi giorni sono comparsi gli spuntoni sulle tavolette», spiega Cristiano Fant, che potrebbero mettere in pericolo gli uccelli dall'elegante coda lunga e sdoppiata.
INCASTRATI
«Come ci aspettavamo alcune rondini solo due giorni fa si sono ritrovate incastrate. Per fortuna passavano di là due persone che si sono date da fare, chiedendo in prestito una scala ad una esercente, per liberare i due uccelli», spiega Fant, che chiede di riconsiderare le misure applicate. Il consigliere Franco De Bon ha comunicato che la Polizia Provinciale è stata incaricata di fare alcuni sopralluoghi per valutare se queste misure sono idonee o meno. «Posso dire che stiamo cercando di valorizzare al massimo questo patrimonio che vanta Belluno con iniziative di monitoraggi e soluzioni che siano anche compatibili con le esigenze dei commercianti del centro città. Quindi ombrelli e quant'altro, per segnalare la presenza del nido e per arginare la questione del guano». Il consigliere provinciale De Bon fa sapere anche come «si sia cercato di arginare quello che era risultato, da evidenze scientifiche riscontrate a suo tempo da Bepi Tormen, la criticità che presentavano le tavolette che favorivano le predazioni dei corvidi. Tanto è vero che, anche quest'anno, su queste tavolette sono stati trovati rametti e fili d'erba posizionati da un colombo che si stava per fare il nido».
Federica Fant
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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