IL CASO
(BELLUNO) Non saranno tanti, ma ce n' é per tutti. Chi ama andar

Giovedì 15 Agosto 2019
IL CASO
(BELLUNO) Non saranno tanti, ma ce n' é per tutti. Chi ama andar per funghi da 10-12 giorni a questa parte trova soddisfazione. Gli appassionati non tornano mai con il cestino vuoto. A fornire una panoramica della situazione di mazze di tamburo, porcini e gialletti è Fabio Padovan, micologo bellunese, consulente di varie Usl, presidente del Gruppo Micologico Bresadoladi Belluno che, domenica organizza una mostra di funghi, più o meno rari, al ristorante La Stanga, lungo la strada provinciale Agordina. Subito una considerazione: la stagione 2019 è anomala: «I miceti hanno tardato a svilupparsi, ma ora la fruttificazione è buona e diffusa», spiega Padovan. Il motivo è da collegarsi al meteo: «Un eccesso di caldo in luglio con temperature alte anche durante le ore notturne». I temporali di questi giorni hanno, quindi, fatto la loro parte in positivo: «Tanto che ci sono funghi in abbondanza, e diffusi, nonostante il carico di cercatori sia notevole in questi giorni».
NEL BOSCO
Finferli e porcini sono più o meno presenti in tutta la provincia di Belluno, dal Comelico al Cadore fino all'Agordino e al Feltrino, anche se i finferli hanno fatto una comparsa più abbondante nella parte più a nord della Provincia. In generale si possono trovar funghi tra i 600 e i 2000 metri di quota. «In questi giorni vi sono anche parecchie mazze di tamburo, e non mancano le russule, soprattutto nei boschi misti alle quote meno elevate; se ne raccolgono anche alle porte di Belluno, in Col di Roanza sul Col Nevegal e in Sinistra Piave». Padovan richiama l'attenzione sui funghi velenosi visto che è facile in questo periodo imbattersi in specie pericolose per l'uomo: «Come la mortale Amanita phalloides, legata ai boschi di latifoglie, e la Amanita phanterina, fortemente tossica».
LA DEVASTAZIONE
È triste tirare spesso in ballo la tempesta Vaia di fine ottobre 2018, ma vale sapere quali possano essere le conseguenze anche per la produzione micologica e in generale per la ricerca dei funghi. Queste le considerazioni dell'esperto: «Il micelio della maggior parte delle specie pregiate, quali porcini, finferli e russule, vive in simbiosi con le radici degli alberi è l'analisi di Padovan - con tutti gli alberi schiantati sono andati perduti un'infinità di miceli che prima producevano i funghi. E, prima che le condizioni possano tornare favorevoli per quei funghi, dovranno riformarsi i boschi. Purtroppo ci vorranno molte decine di anni. E non sarà più come prima». Infine un consiglio agli appassionati cercatori: «Serve prudenza. Anche nei boschi meno colpiti è ora molto difficile e talvolta pericoloso avventurarsi a funghi dato l'elevato numero di schianti che ostacolano gli spostamenti».
Daniela De Donà
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