IL CASO
BELLUNO Legge regionale Ater: i sindacati invitano gli inquilini alla

Domenica 20 Ottobre 2019
IL CASO BELLUNO Legge regionale Ater: i sindacati invitano gli inquilini alla
IL CASO
BELLUNO Legge regionale Ater: i sindacati invitano gli inquilini alla calma. La nuova normativa introdotta dalla Regione Veneto per disciplinare l'utilizzo e gli ingressi nelle case popolari ha sollevato preoccupazione tra gli abitanti, ma ora Cisl Fnp Belluno e Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl, aprono un tavolo di contrattazione. Domani alle 15.30 nella sala parrocchiale di Cavarzano è prevista un'assemblea pubblica rivolta agli inquilini Ater per illustrare i contenuti della nuova legge e le proposte della sigla per migliorarla. Interverranno Pietro Scomparin segretario regionale Sicet, Stefano Bellotto responsabile del Sicet per l'area bellunese e Rino Dal Ben segretario generale del pensionati della Fnp Cisl Belluno Treviso.
L'ASSEMBLEA
La legge in questione è la 39 sull'edilizia pubblica residenziale, entrata in vigore il primo aprile scorso. La norma modifica i criteri di affidamento degli appartamenti Ater, la soglia Isee e alza i canoni. «Ha cambiato l'impostazione di base relativa all'edilizia residenziale pubblica spiegano da Cisl -, introducendo nuovi parametri per l'assegnazione degli alloggi popolari e per il calcolo del canone d'affitto, con conseguenti aumenti per centinaia di inquilini». Chi non risulta più avere i numeri per restare in una casa popolare dovrà trovare un'altra sistemazione perchè entro due anni è previsto lo sfratto. Nel frattempo pagherà un canone aumentato, in linea con il suo profilo reddittuale. Tuttavia Cisl e Sicet non ci stanno e, studiato il documento e raccolte le preoccupazioni degli interessati, hanno steso precise proposte da presentare a Venezia.
LE MODIFICHE
Gli emendamenti chiedono l'innalzamento del limite Isee oltre il quale non c'è più diritto all'alloggio, ora portata a 20 mila euro; non solo, anche la riduzione delle percentuali di aumento dei canoni di locazione e la definizione di una gradualità nell'applicazione degli aumenti, oltre alla proposta di soluzioni abitative più piccole per le persone sole, naturalmente con il consenso degli interessati e la definizione del canone all'interno del 25% del reddito familiare netto, il cosiddetto canone sostenibile. Ad essere preoccupati in questo momento sono sopratutto gli anziani soli, con pensione minima e con davanti la prospettiva di vedersi aumentato l'affitto. Per questo i sindacati chiedono agli inquilini delle stanze dei bottoni veneziane di mettersi una mano sul cuore e di rassicurare al più presto tutte queste persone e, dove esistano casi di patrimoni elevati, venga prevista la decadenza così come per chi non ha volontariamente presentato in questi anni la dichiarazione Isee.
I NUMERI
Al momento in provincia ci sono 58 assegnatari con patrimonio mobiliare superiore a 100mila euro e qualcuno arriva a mezzo milion e 42 residenti proprietari di immobili ma che tuttavia abitano in case popolari. Una parte di loro dovrà traslocare, ma non tutti perché se l'immobile posseduto non è adeguato ai bisogni della famiglia non viene calcolato. (atr)
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