IL CASO
BELLUNO È dal 31 marzo che la Motorizzazione Civile di Belluno è

Sabato 10 Aprile 2021
IL CASO BELLUNO È dal 31 marzo che la Motorizzazione Civile di Belluno è
IL CASO
BELLUNO È dal 31 marzo che la Motorizzazione Civile di Belluno è chiusa. Una decisione annunciata alla vigilia dello stop dal dirigente dell'Ufficio di Venezia e sezioni coordinate di Belluno e Treviso, ingegner Marco Angeletti, dopo che tra il personale era scoppiato un focolaio Covid. Ma a distanza di giorni, ieri, Maurizio Fontanelle, noto fra l'altro per il suo ruolo nella Pro Loco Castionese, è sbottato su facebook pubblicando un post e la foto del cartello visibile a chi prova a recarsi negli uffici ed evidenzia come sia resa nota la chiusura, ma senza che venga specificata una data per la riapertura.
LA PROTESTA
«Quale altro ufficio pubblico si chiede Fontanelle - può permettersi di lasciare senza servizi i cittadini? Già si tratta di un ente arcaico, burocratico e farraginoso all'inverosimile, l'unico che inventa uno sportello fisico e lo chiama sportello telematico dell'automobilista, quello che ti fa andare con le fotocopie perché loro la fotocopiatrice non la possono usare, l'unico dove ti rechi a prendere un appuntamento per prendere un appuntamento. Ma lo sanno che la gente non ha le settimane da perdere?». Poi a voce aggiunge: «Sono un po' indignato: il Covid è stata la scusa e l'alibi per deresponsabilizzarsi: dal Catasto alla Conservatoria alla Motorizzazione. È possibile chiudere 15 giorni per un caso di Covid? Io ho un'azienda privata: se faccio così la volta dopo chiudono le porte a me. Invece nel pubblico si può fare tutto. Trovo questo comportamento molto anacronistico e borbonico». «Dovremmo essere trattati bene noi privati che non abbiamo tutte le tutele che ha il pubblico- prosegue -. E quale sia la differenza fra pubblico e privato, in quest'anno di pandemia lo abbiamo capito bene tutti. Come è possibile dire che riaprirà in data da destinarsi? La gente va alla Motorizzazione per necessità e per lavoro, per la modifica di un mezzo, per esempio, e ne va del lavoro e della vita di un'azienda. Credo che si dovrebbe un po' indignarsi, perché sennò scivoliamo nel terzo mondo dei servizi. È necessario che chi è sul territorio faccia sentire la propria voce. Non c'è personale a Belluno? Che lo mandino da Treviso, se serve». Sul proprio profilo sociale, Fontanelle concludeva, concludendo la sua segnalazione con Prefettura, sindaco Massaro e Questura: «Mi domando se ci sono i termini per parlare di interruzione di pubblico servizio».
IL SINDACO
E il primo cittadino del capoluogo risponde: «Vengo ora a conoscenza di questa situazione e assicuro che mi informerò. Per il momento non posso esprimermi, perché non ne ho conoscenza diretta e non ho informazioni né sulle ragioni del disservizio né sulle indicazioni che il competente Ministero ha dato agli uffici periferici. Ma sicuramente ora mi attiverò per avere notizie attraverso il Ministero e la Prefettura. Di certo i servizi pubblici, che siano nel capoluogo o altrove, devono funzionare, altrimenti non ha ragione di esistere lo Stato. Un problema di organico ridotto? Immagino. E in questa situazione, che interessa anche il Comune, conosciamo bene le difficoltà organizzative. Ma al momento di più non posso dire, se non che mi interesserò per capire cosa stia accadendo».
Giovanni Santin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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