Il 25 aprile e i giovani: «Contate su di noi»

Giovedì 26 Aprile 2018
Il 25 aprile e i giovani: «Contate su di noi»
LA CERIMONIA
BELLUNO Ferruccio Vendramini e la Resistenza bellunese, le disuguaglianze sociali, l'educazione. La libertà che passa per la lotta all'oppressore, la democrazia, la partecipazione, la coscienza. Mercoledì 25 aprile, 73° anniversario della Liberazione, è stato l'occasione per una riflessione tout court sul concetto di libertà. Tanta la gente arrivata in piazza dei Martiri per assistere alle tradizionali cerimonie con le associazioni combattentistiche e le autorità, ai giardini centrali ieri mattina si è formata una piccola folla di un centinaio di cittadini. A tutti loro il sindaco Jacopo Massaro, il presidente provinciale della Consulta studentesca Lorenzo Chiesura e il presidente provinciale dell'Anpi Gino Sperandio hanno proposto uno sguardo da angolature diverse su una parentesi della storia che, anche nel Bellunese, ha segnato profondamente il territorio. Le disuguaglianze sociali, l'Italia che non brilla per giustizia sociale e attenzione alle marginalità sono stati i punti al centro dell'intervento del primo cittadino. «Questa è una giornata libera come tutte le nostre giornate, grazie al sacrificio di tante persone ha esordito, con la fascia tricolore che spiccava sul completo blu, Massaro -. Proprio in questo giornata ritengo opportuno ricordare una frase del presidente Pertini, quando disse che la libertà non è davvero libertà se non c'è giustizia sociale. Ecco, come allora non pensare alla notizia apparsa sui giornali nei giorni scorsi in cui si spiegava come in Italia e Bulgaria il divario tra ricchi e poveri sia aumentato? Questo è un dato che dovrebbe scandalizzarci tutti e su cui riflettere alla luce delle parole di Pertini. La giustizia sociale oggi è l'obiettivo a cui dobbiamo tendere e chiediamoci se ai nostri figli stiamo trasmettendo i giusti valori». Non c'è libertà senza coscienza storica e accettazione. L'intervento di Sperandio ha riservato spazio anche allo studioso bellunese, da poco scomparso, Vendramini. Alla sua figura il presidente dell'Anpi ha legato i concetti di revisionismo innalzandola a quella di un partigiano moderno che solo per motivi anagrafici non ha condotto la lotta nei boschi bellunesi, ma ha fatto della ricerca storica lo scudo all'oblio. «Egli ha svolto una puntuale e preziosa ricerca non solo delle vicende storiche moderne e contemporanee, ma soprattutto è stato il motore delle attività storiografiche sulla Resistenza bellunese ha dichiarato Sperandio -. I lavori di ricerca e di studio di così alto livello ci consentono oggi di respingere i tentativi, che periodicamente tornano, di revisionismo o archiviazione». Chiesura ha dato voce ai giovani. «I ragazzi d'oggi, ormai cullati da benessere e libertà, forse tralasciando il ricordo degli sforzi passati ha detto -, la colpa va ricercata nelle agenzie educative. Noi giovani vogliamo essere il futuro migliore, grazie alla memoria del passato». Un caffè ai bar della piazza, quattro chiacchiere e una passeggiata sul liston, dopo la cerimonia la mattinata si è conclusa così per tanti dei presenti.
Alessia Trentin
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