IDROELETTRICO
BELLUNO Dissesto idrogeologico, reti fognarie e reti idriche, fibra

Lunedì 29 Giugno 2020
IDROELETTRICO
BELLUNO Dissesto idrogeologico, reti fognarie e reti idriche, fibra ottica e sanità. I sindaci del Bellunese rimpinguano il loro libro dei sogni. La proposta di Bottacin, diventata poi legge, sulle quote energia prevede l'arrivo sul territorio di 67 milioni di euro. Il pensiero fisso resta quello dello spopolamento, gli investimenti secondo i primi cittadini dovrebbero andare in questa direzione. Quella di mettere la provincia al passo con il resto del Veneto, di ridurre il gap naturalmente causato dal vivere in quota. E così si pensa andando oltre i propri confini comunali consci di come «si debba tenere conto dei bisogni di tutta la comunità provinciale per crescere insieme», dice il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin. Non c'è polemica né voglia di mettere in dubbio le parole e le rassicurazioni di Bottacin, quando dichiara che tutte le quote ricavate dagli impianti bellunesi resteranno in provincia e qui saranno investite. Dopo anni di battaglie, di sit in in piazza contro le grandi derivazioni e le mini centraline oggi la legge viene accolta come un atto dovuto, arrivato in ritardo ma per fortuna arrivato. «E' una grandissima opportunità per il Bellunese dichiara De Pellegrin -, ora spetta a noi dimostrare di avere le capacità di avviare iniziative sovra comunali tenendo conto degli asseti strategici della provincia». Il pensiero va prima di tutto alla sanità, ma anche alla difesa del suolo e dell'ambiente, agli acquedotti e alle reti fognarie. Nel suo libro dei desideri, potendo investire una quota in Valle, il primo cittadino degli zoldani penserebbe ad un depuratore unico per la sua comunità.
«Ci sono un paio di depuratori a Forno spiega -, ma mancano nella parte alta della Valle dove ci sono vasche imhoff. L'ideale sarebbe averne uno, grande e unico, nella zona industriale di Forno». Imprescindibile un investimento sulla viabilità e sui trasporti, poi, e ne sa qualcosa De Pellegrin dal momento che all'interno del suo comune non ci sono corse che collegano le frazioni.
«Rendere i comuni più vicini aiuterebbe a raggiungere i servizi e a far sentire le persone meno isolate dichiara -. Non penso che ogni comune debba avere tutti i servizi, si dovrà ragionare per macro aree in futuro a partire dagli edifici scolastici». Il primo cittadino del capoluogo, Jacopo Massaro, per la sua città penserebbe innanzitutto a risolvere il problema, annoso e costoso, delle frane. Ma, prima di lasciarsi andare a progetti, c'è un punto fondamentale su cui fare chiarezza. «Bisogna fare in modo che i sindaci possano decidere autonomamente come usare le risorse dichiara -, questo è fondamentale altrimenti siamo punto a capo. I Comuni sono gli enti che meglio conoscono il territorio, le sue fragilità e i suoi bisogni».
Alessia Trentin
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