I segreti archeologici di Tomitano

Sabato 1 Maggio 2021
I segreti archeologici di Tomitano
FELTRE
La storia di Feltre si perde nelle Marche. La pubblicazione degli appunti del collezionista forsennato Daniello Tomitano lascerà un segno indelebile nella storia di Feltre: può venir giustamente considerato il primo storico feltrino da cui attinsero poi Cambruzzi e Vecellio per le monumentali opere sul passato cittadino ed è una miniera di informazioni preziose. Ma le tracce dell'opera, che servirà a meglio conoscere i reperti museali del museo archeologico in via di allestimento a Feltre, conducono nelle Marche, a Jesi, dove ancor non è chiaro come sia giunto il corposo manoscritto del Tomitano Marmi et inscritioni antiche della città di Feltre sul quale si impernia adesso un lavoro di ampio respiro. Ora resta da raggiungere l'obiettivo di editarlo e renderlo disponibile ai feltrini come è stato spiegato ieri dall'assessore alla cultura Alessandro Del Bianco
L'ASSESSORE
«presumibilmente a fine anno potrà esser trascritto e pubblicato questo testo fondamentale che si incunea tra il progetto Interreg, partito tre anni fa per valorizzare la storia antica, e i Fondi di confine che assieme ad uno stanziamento del Comune e le risorse dell'associazione Famiglia Feltrina, consentiranno di portare a termine questo ambizioso progetto».
FAMIGLIA FELTRINA
L'avvocato Enrico Gaz, presidente di Famiglia Feltrina ha aggiunto che «compartecipare alla edizione del testo del Tomitano è la realizzazione di un sogno perché se ne parlava da anni. Dialogare con la storia e con il mondo fa infatti parte dell'impegno statutario dell'associazione, grata alla città per aver finalmente messo mano a questo progetto».
L'ESPERTO
La parola è passata allo storico Matteo Melchiorre, già noto per gli approfonditi studi dedicati ad un altro Tomitano, il Beato Bernardino. Da un anno è iniziato il suo paziente lavoro di trascrizione del manoscritto di Jesi che Melchiorre dipinge «come una sorta di opera a vari strati, quasi un taccuino: note, descrizioni di lapidi, statue, fascicoli corredati da oltre 230 disegni realizzati dalla sua stessa mano mentre la stesura del testo è dovuta anche alla collaborazione con il figlio, Tomitano Tomitano. Ora che la trascrizione è completata l'impegno sarà quello di arrivare ad un montaggio critico editoriale, ricavarne un testo, trovare un fil rouge, una logica che lo renda fruibile a studiosi e turisti dandolo alle stampe. E stendere anche un saggio introduttivo storico e biografico».
IL POOL DI STORICI
Questo oneroso impegno sarà condiviso con almeno due studiosi feltrini, Marco Hubert Campigotto che nel 2015 ha pubblicato su Rivista Feltrina un saggio sui Daniello Tomitano: si andrà ad occupare dell'indice dei nomi e dei luoghi e delle cose notevoli affiancato da Daniela Todoverto che incentrò la sua tesi di laurea proprio su Daniello Tomitano.
L'IDENTIKIT DELL'ERUDITO
Ma chi era Daniello o Daniele Tomitano ? Melchiorre definisce «collezionista forsennato» questo patrizio feltrino nato nel 1588, impegnato in compravendite di reperti storici. Villa Tomitano di Vellai (ora sede degli uffici amministrativi dell'Istituto agrario Della Lucia) era diventata il suo museo personale affollato di fonti storiche, con reperti dell'antico Egitto e collezioni lapidarie che si era procurato acquistandole e conducendo campagne di scavo come quelle di Grassaga a Oderzo e San Donà di Piave ( Comuni che per questo motivo entreranno in una partnership con il Comune di Feltre). Nella sua biblioteca, ricchissima di testimonianze, si potevano trovare persino manoscritti del duecento; purtroppo Villa Tomitano nel settecento venne svuotata e questo materiale in parte fu perso, in parte disperso. Ma eco nel resta nel cosiddetto manoscritto di Jesi, pietra d'angolo per la storia di Feltre, che non può mancare dato che la biblioteca storica della nostra città custodisce solo la breve Copia manoscritta delle note di Cronaca e frammenti autografi frutto probabilmente di copiatura e collage ad opera di Vecellio, già edito nel 2011 da Martina Strazzabosco. Qui ad esempio si possono trovare le prime descrizioni dell'incendio di Feltre risalente alle guerre Cambraiche.
MUSEO ARCHEOLOGICO
Questa nuova tranche dei lavori si aggiunge al progetto di allestimento della sezione Archeologica del Museo Civico di Palazzo Villabruna che comprende la costituzione del lapidario romano. Si potrà attingere dal manoscritto una rilevante documentazione sulle collezioni storico archeologiche della città, per meglio approfondire e illustrare il patrimonio esposto e rilanciare in chiave turistico culturale la città di Feltre. Fondamentale anche la collaborazione con Ca' Foscari riguardo l'epigrafia: nelle prossime settimane si terranno infatti a Feltre le iniziative collegate al corso magistrale Scienze dell'antichità.
Laura Cenni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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