«I cinghiali, un flagello per i campi: abbattiamoli»

Mercoledì 13 Giugno 2018
VALBELLUNA
È allarme cinghiali, in tutta la Valbelluna. Devastano i campi, provocano danni economici enormi all'agricoltura, mettono a repentaglio i macchinari usati per lavorare i campi e i recinti per proteggere i raccolti. A lanciare l'allarme è Paolo Carlin, agricoltore sedicense che per anni è stato presidente della Coldiretti bellunese.
L'EMERGENZA
«I cinghiali spiega Carlin sono un vero flagello, e lo sono soprattutto quest'anno. Rispetto agli anni scorsi sono quasi raddoppiati. Ora provocano danni incalcolabili alle nostre coltivazioni di mais e soia. Entrano nei campi e distruggono quello che dovrebbe essere alla fine il raccolto. Scavano anche nel terreno e sollevano pietre che poi, quando passiamo con i nostri macchinari, provocano danni alle lame. E c'è il rischio che attacchino anche le persone. I cinghiali per difendere i piccoli sono spesso molto aggressivi. Nella zona delle Antiche rogge ci sono sempre tantissime persone che vanno a fare una passeggiata. Ma è anche una terra battuta, di notte, dai cinghiali. In caso di incontro con l'uomo le conseguenze potrebbero essere pericolose».
LA DEVASTAZIONE
«Quantificare il danno provocato dai cinghiali spiega l'ex presidente Coldiretti - non è semplice. Un ettaro di terreno può produrre circa 100 quintali di mais. Una volta che i cinghiali hanno cominciato a frequentare quel campo il mio raccolto finale potrà ridursi anche al 50 per cento. Di recente ho chiesto l'intervento, per rilevare i danni subiti, delle guardie provinciali. Il danno riscontrato è stato del trenta per cento del raccolto. Senza contare le piante che poi si sono seccate».
Come uscirne? «Di agricoltura si vive: il numero dei cinghiali deve essere ridotto: una parte dei fondi che gli enti pubblici stanziano per risarcire i danni subiti a causa dei cinghiali potrebbero essere girati ai cacciatori per avviare una politica di abbattimento controllata e pianificata. Altrimenti il problema non potrà essere risolto». Il tema era stato affrontato anche in passato ad esempio in un convegno che si era tenuto proprio a Sedico , a Villa Patt, per iniziativa di Cia, Confagricoltura e Coldiretti. I cinghiali era stato denunciato - arano campi e pascoli. I cervi e i caprioli devastano i prati da sfalcio. Senza pensare alle nuove minacce rappresentate da lupi e orsi che in alcune zone hanno fatto strage di pecore. «Ma i cinghiali, quest'anno ribadisce Carlin - sono cresciuti di numero in maniera davvero molto preoccupante». Egidio Pasuch
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