Ombre su InLab, Massaro in bilico: tredici consiglieri pronti alla sfiducia

Sabato 14 Settembre 2019
Ombre su InLab, Massaro in bilico: tredici consiglieri pronti alla sfiducia
LO SCONTRO
BELLUNO Sono in 13, oggi, a chiedere la testa del sindaco Jacopo Massaro. Tredici è il numero minimo per poter presentare una mozione di sfiducia verso il primo cittadino, stando al regolamento del consiglio comunale. E il progetto InLab è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
IL PASSO
Così ieri i consiglieri di opposizione Paolo Gamba di Belluno è di tutti, Franco Roccon di Civiltà Bellunese, Francesco Pingitore di Patto Belluno Dolomiti, Luciano Da Pian della Lega e Fabio Rufus Bristot del gruppo misto erano un fiume in piena. Ad appoggiarli anche il consigliere Paolo Bello, non presente alla riunione convocata nel pomeriggio per impegni di lavoro, e in parte, ma con riserva, anche il consigliere di Obiettivo Belluno Raffaele Addamiano. La scarsa chiarezza attorno al progetto con sede a Palazzo Bembo e finanziato dalla Fondazione Cariverona con 290mila euro era già stata sollevata in sede di Consiglio da Gamba. Ma ieri, a ribadirlo, sono stati tutti. «C'e qualcosa che non quadra in questa operazione le parole dell'ex rivale alle elezioni del sindaco -. Il progetto InLab non è mai stato presentato né in Consiglio né in commissione. I partner sono il Comune di Belluno, capofila, Fondazione Teatri, Confindustria Dolomiti che metterà circa 20mila euro l'anno, Cooperativa Società Nuova, Fondazione Università Ca' Foscari, Israa di Treviso e Fondazione Cariverona. Il Comune in questa fase delega come capogruppo, guarda caso, Società Nuova, in cui ricopre la carica di direttore un consigliere di maggioranza, e guarda caso risulta esservi assunta una ex assessore di questa amministrazione che diventerà la referente unica. Il risultato è che con i soldi pubblici sono state sistemate diverse posizioni. Tutto questo da un'amministrazione che ha sempre professato di avere, come primo valore, la trasparenza». Non ci sono carte. O, almeno, non sono state prodotte con i giusti tempi ed è su questa mancata informazione e coinvolgimento dei consiglieri che ora i gruppi muovono accuse al sindaco.
AL BUIO
«Nessuna informativa relativa al progetto e all'affidamento della sua gestione alla cooperativa sono state portate all'attenzione dei consiglieri spiega Roccon -. Inoltre la determina sulla firma dell'accordo ha una data precedente a quella in cui la giunta viene messa al corrente della collaborazione. Questa cooperativa, Società Nuova, avrà il compito di gestire soldi e azioni del progetto e il direttore dell'ente è il capogruppo di uno dei due gruppi di maggioranza. Non so se questo sia regolare o meno, ma noi ne eravamo stati informati. Spero che la Procura legga bene le carte di questa operazione». Altre accuse sono mosse da Pingitore, Addamiano e Da Pian. Riguardano l'immobilismo dell'amministrazione, la mancanza di visione e prospettiva futura e di opere pubbliche.
Alessia Trentin
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