IL RADUNO
BELLUNO Un pullman dall'Agordino e uno dalla città. Al tradizionale

Sabato 14 Settembre 2019
IL RADUNO
BELLUNO Un pullman dall'Agordino e uno dalla città. Al tradizionale raduno leghista di metà settembre, sul prato di Pontida, la Lega bellunese ci arriverà con un carico pesante: più di cento militanti. «A renderci maggiormente orgogliosi è che tra le persone che saliranno sui pullman domenica mattina ci saranno moltissimi volti nuovi». Spiega il neo commissario bellunese del partito, il consigliere regionale Franco Gidoni. «Del resto noi siamo l'unico partito che negli ultimi anni è cresciuto governando». Chiosa il senatore Paolo Saviane.
L'AVVICENDAMENTO
Ieri pomeriggio il passaggio di testimone tra il commissario provinciale uscente Giampiero Possamai (aveva sostituito Saviane che dopo l'elezione a Palazzo Madama era diventato incompatibile) e il suo successore: il consigliere regionale Franco Gidoni. A differenza di Possamai, siccome il commissariamento è disposto dalla segreteria Nathional veneta, Gidoni raccoglie a sé anche i poteri del direttivo provinciale della lega. «Spero il periodo di transizione sia breve - spiega il consigliere regionale - e quanto prima sia possibile andare alle elezioni. Il nostro partito è assolutamente in grado di gestirsi da solo, senza che ci sia io a fare il commissario».
GLI ISCRITTI
Difficile tracciare un numero esatto di quanti siano attualmente militanti e simpatizzanti che hanno scelto di rinnovare la tessera: il nuovo statuto non prevede più la distinzione tra sostenitori e militanti, e c'è il tesseramento on-line che con il passare degli anni aumenta di portata. «Comunque siamo, indicativamente, a quota 800 in provincia», spiegano i vertici del partito che fu di Umberto Bossi e che oggi è saldamente nelle mani di Matteo Salvini. «La nomina dei sottosegretari di queste ore - spiega il deputato Mirco Badole - rappresenta una delusione. Avevamo in mente tante cose, a partire dallo stanziamento per i piccoli comuni, era qualcosa che ci avrebbe fatto sopravvivere. Senza parlare dell'autonomia. L'attuale (ed ex) presidente del Consiglio aveva garantito che a febbraio 2019 l'autonomia del Veneto sarebbe stata discussa. Si è trattato dell'ennesima balla. A quel punto noi veneti abbiamo iniziato con le pressioni: era ora di staccare la spina».
L'AUTONOMIA
Tra i punti che la Lega ora vuole riportare nell'agenda del governo, ovviamente, non manca la questione autonomia: «Esprimo perplessità sul Ministro agli affari regionali - riprende Saviane - si tratta di uno che ha manifestato contrarietà all'autonomia, definendolo egoismo delle regioni del ricco nord. Mi pare che non esista il nord che Boccia racconta. Gli staremo sotto, in particolare sui fondi di confine. Eravamo impegnati per sbloccare i 16 miliardi che ci spettano, chissà ora come andrà a finire».
Andrea Zambenedetti
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