Controlli: la Hydro ricorre al Tar

Giovedì 18 Aprile 2019
Controlli: la Hydro ricorre al Tar
FELTRE
(ES) Eccesso di potere: su questa base i legali della multinazionale dell'alluminio Hydro presentano ricorso al tribunale amministrativo regionale e portano il comune di Feltre insieme a provincia ed Arpav, in tribunale. Nodo del contendere le prescrizioni che il comune di Feltre ha inserito per concedere l'autorizzazione al progetto di ampliamento e aggiornamento tecnologico del forno fusorio e che riguardano il periodico controllo delle emissioni, soprattutto delle diossine e del benzopirene.
L'ITER
A fine febbraio la conferenza dei servizi provinciale aveva dato via libera al progetto di ampliamento e aggiornamento tecnologico della fonderia dello stabilimento che ha sede in viale Montegrappa a Feltre. Dopo mesi di incontri ed approfondimenti l'ok è arrivato a fronte dell'accettazione della richiesta, avanzata dal comune di Feltre, che ci siano dei controlli periodici sulle emissioni per garantire la salute dei cittadini. La Hydro quindi, per poter realizzare l'intervento deve installare dei sistemi di monitoraggio delle emissioni e permettere il periodico controllo delle emissioni. Evidentemente però l'azienda non ha condiviso queste prescrizioni tant'è che in questi giorni ha inoltrato al comune di Feltre, alla provincia di Belluno e all'Arpav la comunicazione di aver presentato ricorso al Tar contro questa prescrizione, chiedendo un risarcimento di 90mila euro che è l'investimento dell'impianto e 32,5mila euro all'anno di spesa per il monitoraggio dei primi dieci anni.
LE RICHIESTE
«Il Comune ha chiesto queste prescrizioni con convinzione, è una strategia fondamentale per garantire la qualità delle emissioni che, altrimenti, potrebbero non essere a norma come, tra l'altro, è già successo in passato con il superamento dei limiti dell'emissione delle diossine nel 2015) spiega l'assessore all'ambiente Valter Bonan -. Secondo l'azienda non è normale richiedere queste prescrizioni e, per questo, il nostro operato è stato tecnicamente definito un eccesso di potere; inoltre ci imputano un eccesso di precauzione. A loro dire c'è uno sforzo organizzativo ed economico elevato». I costi che l'azienda dovrebbe sostenere ammontano a 90mila euro per l'installazione dei sistemi di monitoraggio e 32mila euro annui per le analisi periodiche. «La Hydro è un'azienda leader mondiale con 35mila dipendenti nel mondo con dimensioni di utili rilevantissimi: dubito che non sia in grado di sostenere l'investimento e quindi dare risposte di giusta trasparenza in uno stabilimento in pieno centro urbano - afferma l'assessore -. L'azienda ha da sempre sbandierato la propria trasparenza, ma oggi che può dimostrarla con i fatti, non lo vuole fare. Questo stride». «Hydro ha perso l'occasione per dimostrare di essere un'azienda attenta all'ambiente e alla salute dei cittadini - afferma il sindaco di Feltre Paolo Perenzin -. Non è concepibile che i costi siano insostenibili per una multinazionale di queste dimensioni senza contare che, l'ampliamento, consente un aumento della produzione del 40%». Nel ricorso la Hydro cita gli altri stabilimenti del territorio, Metalba e Pandolfo sostenendo che ci sono anche ragioni di concorrenza dietro alla volontà di non seguire queste prescrizioni. «Come se l'azienda dicesse che con queste prescrizioni sarà costretta a comportarsi bene senza che la concorrenza abbia le stesse condizioni», rileva Perenzin.
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