Brexit: in ballo circa 200 milioni del made in Belluno

Venerdì 18 Gennaio 2019
Brexit: in ballo circa 200 milioni del made in Belluno
IL NODO
BELLUNO Brexit sì, Brexit no. Il Regno Unito si interroga sull'uscita dall'Unione Europea. Ma gli effetti di quella che potrebbe essere una mossa epocale per la geografia europea rischiano di riversarsi anche sull'economia del vecchio continente. E di infastidire non poco le aziende bellunesi. Il motivo? È presto detto: il mercato britannico vale oltre 200 milioni di euro per il made in Belluno; più o meno il 7% del totale delle esportazioni della provincia dolomitica.
INCERTEZZA
Al momento questi numeri sono sotto scacco dell'incertezza. Con scenari che potrebbero cambiare drasticamente. «In una nota del Centro Studi di Confindustria commenta Luca Barbini, presidente dell'associazione industriale bellunese si evidenzia come le imprese italiane ed europee si trovino a dover fronteggiare principalmente due tipologie di ostacoli che sono legati all'evento della Brexit. Innanzitutto, il rifiuto dell'accordo aumenta l'incertezza e questo rende più complesse le strategie degli operatori. Ci sono prima di tutto i problemi per le imprese multinazionali che hanno scelto il Regno Unito come base logistica o che comunque hanno delle attività sul territorio britannico e sono parte di catene del valore distribuite su base europea e potrebbero dover rivedere alcune scelte organizzative per adattarsi al mutato contesto. Inoltre, molte imprese multinazionali si appoggiano alla piazza di Londra per la gestione dei servizi finanziari: vi è quindi la possibilità che ci possano essere aumenti del costo del credito per le imprese. Ci sono poi le incognite sul cambio euro-sterlina, nonché tutti gli ostacoli che le imprese esportatrici italiane si troveranno a dover affrontare quando il Regno Unito uscirà dal mercato unico».
I RISCHI
Il fumo di Londra, insomma, potrebbe diventare qualcosa di più della nebbia che oggi avvolge il futuro europeo del Regno Unito. Anche per Belluno; per lo meno in quelle aziende in cui gli scambi parlano inglese. «Le incertezze legate alla Brexit si ripercuote non solo sull'economia britannica - continua Barbini -. C'è il rischio di compromettere la crescita del Regno Unito nel medio e lungo periodo. Con un impatto per il nostro export e per quello italiano in generale, visto che la Gran Bretagna rappresenta 23,1 miliardi delle esportazioni italiane, con un impatto maggiore nel settore delle bevande e dell'agroalimentare». Il dato è significativo: nel periodo 2012-2017 il Regno Unito ha coperto una quota media annua di oltre il 5% dell'export italiano nel mondo. «Per Belluno, la percentuale è un po' superiore e si attesta a oltre il 6% - conclude Barbini -. È evidente che, in uno scenario caratterizzato da una grande incertezza e con le prospettive di un rallentamento se non di una recessione alle porte, questa situazione non fa che accrescere la preoccupazione delle nostre aziende, in particolare di quelle più attive nel mercato britannico». (dt)
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