Belluno-Lienz: «Salvini votò a favore e piaceva a Delrio»

Sabato 20 Aprile 2019
AUTOSTRADA
BELLUNO «Ci sono tutte le condizioni favorevoli per portare avanti il progetto del prolungamento autostradale Pian di Vedoia-Lienz, nella forma di corridoio tecnologico benedetto persino dal mondo accademico. Non capiamo il silenzio della Regione Veneto. La votò persino Salvini quando era in Europa e piaceva anche all'ex ministro Delrio ma non al Pd locale».
A parlare con una voce sola è Vivaio Dolomiti, l'associazione di cittadini bellunesi nata per spronare trasversalmente la politica. Lo fa con carte e studi alla mano, quelli che spesso la politica non fornisce. «Idem gli ambientalisti - afferma il gruppo - ai quali continuiamo a chiedere un confronto».
AUSTRIA FAVOREVOLE
Dopo una settimana di dibattito nato attorno all'agognato progetto viario, caldeggiato da tutto il mondo imprenditoriale, bellunese e veneto, l'associazione tira le somme e cerca di riportare la barra al centro dopo una serie di «depistaggi»: c'è chi invoca la «presunta» blindatura ambientale della Convenzione della Alpi, chi il «presunto» no dell'Austria, chi la «presunta» mancanza di fondi. A far suonare la sveglia, il bando europeo da 100 milioni di euro per la progettazione di infrastrutture di trasporto il cui termine d'accesso scade mercoledì 24 aprile. La Regione Veneto dice di essere al lavoro per chiudere l'accordo con l'Austria, condizione sine qua non per accedere al bando. Ma il presidente Luca Zaia, storico alfiere della A27, sembra aver rinunciato al sogno, invitando tutti a concentrarsi sulle varianti di Alemagna.
ZAIA EQUILIBRISTA
«Zaia - dice Vivaio - sta facendo equilibrismi. In questi giorni abbiamo sentito di tutto e di più, ma la verità la si legge solo nelle carte», spiegano Gianni Pastella, Simonetta Buttignon, Federica Tognon, Sergio Zilli, Piero Balzan e Matteo Zovi, riavvolgendo il nastro del loro impegno per portare avanti il corridoio tecnologico, nato come idea successiva all'esigenza di far passare in provincia il nuovo elettrodotto Lienz-Cordignano (Tv). Un'idea per concentrare tutti servizi in un unico asse, ripulendo il territorio di tutta la miriade di linee, dotandolo di sistemi di ricarica wireless per le auto, rifornimenti di energia e di idrogeno. Una piattaforma sperimentale che richiamerebbe anche l'interesse di grandi case automobilistiche. Un progetto che sposa le strategie di riequilibrio e crescita della macroregione alpina Eusalp e che si infila dritto nel Ten-t, ovvero le Reti di trasporto trans-europee destinate a sostenere mercato unico, crescita e occupazione.
PRONTI 500 MILIARDI
«Ricordiamo - afferma Pastella - che con Ten-t ci sono a disposizione 500 miliardi di euro per realizzare le opere».
Vivaio Dolomiti cala alcuni passaggi a favore della loro tesi: Osttirol e Carinzia vogliono il prolungamento della A27 Pian di Vedoia-Lienz; dati alla mano (tra cui quelli di Marco Ponti, attuale consulente del ministro Toninelli) tutti gli indicatori economici dicono che le ricadute economiche sono incomparabili con quelle di una ferrovia; è prevista persino nel Piano strategico metropolitano di Venezia 2019-2021; nel 2016 la votò anche l'allora europarlamentare Salvini, sia in Commissione sia in assemblea plenaria, cosa che non fece il gruppo Ppe con Elisabetta Gardini a guidare «l'inspiegabile» dietrofront tra il primo e il secondo passaggio; anche la Convenzione delle Alpi, nata per tutelare il patrimonio di biodiversità alpina, lascia una porta aperta per quei territori che non possono superare diversamente il gap infrastrutturale. E soprattutto la chiede a gran voce un territorio finito nella trappola di un sottosviluppo infrastrutturale (Belluno è penultima in Italia) e dallo spopolamento.
SIAMO GIÀ MORTI
«Nel frattempo - spiega Vivaio - la Lombardia guarda al terzo valico e l'Alto Adige ha messo gli occhi sull'idea del corridoio tecnologico. Purtroppo, qui siamo abituati a volare basso. Praticamente siamo già morti». E a chi si appiglia alle restrizioni Unesco che vincolano le Dolomiti, il gruppo ribatte: «Destra fece ugualmente il ponte sull'Elba».
L.M.
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