Galan: i danni alla villa li ha causati mia moglie

Mercoledì 3 Febbraio 2016
Galan: i danni alla villa li ha causati mia moglie
Sullo scempio a villa Rodella la moglie di Galan avrebbe scagionato il marito: del trasloco se ne era occupata lei, lui aveva altri pensieri.
Giancarlo Galan e la moglie Sandra Persegato sono stati sentiti a Rovigo dal Procuratore capo Carmelo Ruberto in qualità di indagati per la vicenda legata al «trasloco» da villa Rodella. L'accusa è quella di aver sottratto, danneggiato e disperso beni strutturali della casa di Cinto Euganeo sottoposta a sequestro. Al momento di andarsene dalla lussuosa villa i due coniugi, infatti, non si erano limitati a portare via mobili e suppellettili, ma avevano smontato anche vasche, lavandini, wc, piatti doccia, caminetti e termosifoni. Il punto è che la casa è stata confiscata dopo il patteggiamento a due anni e dieci mesi di reclusione per il reato di corruzione nello scandalo del Mose. Un sequestro per equivalente con il valore dell'immobile stimato a 2,6 milioni di euro. L'asportazione di parti che, secondo l'ipotesi formulata dalla Procura di Rovigo che è ora competente territorialmente dopo l'accorpamento del Tribunale di Este, erano parte integrante della villa cinquecentesca, ne hanno di fatto alterato il valore. Secondo i difensori, Niccolò Ghedini per Galan e Mauro Zandolin per la moglie, si tratterebbe invece di beni accessori. Ma questo non fa comunque cadere l'imputazione. Così come non può bloccare l'eventuale processo il fatto che Galan si sia impegnato a ripristinare il tutto, anche se ovviamente nell'eventuale giudizio questo potrebbe avere un peso importante. I lavori dovrebbero essere ad un passo, perché è già stato nominato un tecnico ed è stata chiesta l'autorizzazione al gip ed all'Agenzia del Demanio per intervenire all'interno di quella che per un decennio era stata la sua lussuosa residenza e che non è più sua da quanto la confisca è diventata definitiva dopo la sentenza della Cassazione che risale alla scarsa estate. Ma, quando i tecnici dell'Agenzia del Demanio, insieme agli uomini della Guardia di Finanza, hanno visitato la villa di via Dietro Monte lo scorso ottobre per effettuare il primo sopralluogo dopo che Galan l'aveva lasciata per trasferirsi a Rovolon, hanno trovato gravemente menomata, con parti di muro distrutte per asportare caminetti e termosifoni ed i vuoti lasciati dal prelievo dei sanitari. L'avvocato Antonio Franchini, che difende insieme a Ghedini l'ex governatore, aveva già precedentemente dichiarato che, probabilmente, il suo assistito si è sbagliato, ritenendo in buona fede che le parti rimosse facessero parte integrante degli arredi e, dunque, potessero essere rimosse assieme a divani, tavoli e poltrone. Di diverso avviso la Procura di Rovigo che ha aperto un fascicolo nei confronti di Galan e della moglie. Ieri Galan è stato sentito in gran segreto e, anche se dalla Procura trapela il massimo riserbo, avrebbe confermato la versione fornita già dalla moglie ascoltata lunedì pomeriggio: lui del trasloco non si sarebbe interessato, troppo occupato in altre vicende e non abbastanza sereno da dedicarsi alla questione. Se ne sarebbe occupata lei.
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