Doppio funerale per Capovilla

Sabato 28 Maggio 2016 di Folla alla camera ardente nella casa natale. Il nipote: Papa Giovanni era per lui come un padre
Doppio funerale per Capovilla
Si terranno lunedì i funerali del cardinale Loris Capovilla, lo storico segretario particolare di Papa Giovanni XXIII, scomparso l'altro ieri a 100 anni. Due le messe in programma: alle 8 la celebrazione in forma privata per i soli familiari nella cappellina di Ca' Maitino, dove in queste ore è aperta la camera ardente e lunghe file di fedeli stanno rendendo omaggio al feretro; poi, alle 10,30, quella in forma pubblica nella parrocchia di Sotto il Monte, paese natale di Angelo Giuseppe Roncalli, dove si era ritirato a vivere nel 1988.
A officiare il primo rito saranno quattro anziani sacerdoti amici di lunga data, mentre il secondo sarà presieduto con tutta probabilità dal vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, sempre che Papa Francesco non decida di inviare un suo delegato. Certa la partecipazione del Patriarca Francesco Moraglia, mentre al momento sembra esclusa quella del suo predecessore, il cardinale Angelo Scola, che da arcivescovo di Milano è anche il presidente di tutti i vescovi della Lombardia e che ieri ha diffuso un messaggio di cordoglio: «Sin da quand'ero a Venezia - ha detto - ho avuto il dono di incontrare don Loris e di intrattenere un epistolario con lui. Egli non ha cessato di alimentarci, aiutandoci ad approfondire la figura del "Papa buono", soprattutto attraverso la saggezza della Parola di Dio e dei padri della Chiesa, così pure scrutando i nuovi segni dei tempi».
Capovilla, che nel suo testamento aveva chiesto di evitare un addio sontuoso, per sua volontà sarà sepolto nel cimitero di Fontanella, a pochi chilometri da Sotto il Monte dove già riposa padre David Maria Turoldo e dove ieri si è recato per predisporre il necessario il nipote Gianfranco Vecchiato (già assessore all'Urbanistica di Venezia con sindaco Massimo Cacciari), che ha tratteggiato commosso la figura dello zio: «Sin da bambino ho intrattenuto con lui rapporti molto stretti e negli ultimi tempi mi telefonava tutti i giorni - ha raccontato - Pur essendo una persona discreta, la sua presenza era sempre molto significativa. Ottimista, nonostante la disgrazia della perdita in tenera età del papà, guardava alla morte sereno. Agile, dinamico, dall'incredibile apertura mentale, si diede anima e corpo a servizio di Giovanni XXIII, che per lui era un come padre, nonostante gli abbia sempre dato del "lei". È stato un testimone straordinario di un'epoca irripetibile della Chiesa ma anche della società italiana».
A Venezia, domani saranno celebrate diverse messe in suffragio, tra cui quelle delle 11 nella chiesa di San Salvador e San Rocco. Nel frattempo, si succedono tantissime testimonianze. Già alla notizia della morte, il Patriarca Francesco Moraglia ne aveva sottolineato «la fede sorridente e in dialogo con tutti»; il presidente della Regione Luca Zaia l'aveva definito «un grande veneto e un grande cristiano»; e l'ex sindaco lagunare Massimo Cacciari l'aveva ricordato come il «mio angelo custode». Ieri Papa Francesco, che qualche giorno fa gli aveva telefonato in ospedale, in un telegramma al vescovo Beschi ha parlato di «testimone gioioso del Vangelo, servitore fedele e pastore dedito al bene di tutti». Nessun messaggio, invece, è stato diffuso dal Comune di Venezia.
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