Dopo l'esposto del Bard l'Europa bacchetta l'Italia

Venerdì 20 Ottobre 2017
Dopo l'esposto del Bard l'Europa bacchetta l'Italia
LA SENTENZA
BELLUNO Ripristino dell'elettività diretta, riequilibrio della distribuzione dei trasferimenti statali, dotazione organica utile a mandare avanti le attività e gli uffici di Palazzo Piloni. No, non sono le ultime rivendicazioni del Bard. Sono le indicazioni, nero su bianco, che il Consiglio d'Europa ha inviato all'Italia sul caso della Provincia di Belluno. Una bacchettata mica da ridere, che arriva ad un anno esatto dal sopralluogo effettuato dal Congresso Autonomie Locali del Consiglio d'Europa. A smuovere le acque era stato il Bard. Insieme a Paola Paganin, il movimento autonomista aveva presentato a Strasburgo un report sulle condizioni in cui versa la Provincia di Belluno, schiacciata tra due Province autonome e ammazzata dalla legge Delrio. Per giunta, costretta a un prelievo forzoso da parte dello Stato di 23 milioni di euro nel 2016, una mossa da far tremare le vene ai polsi del bilancio provinciale. Una mossa che non è passata inosservata dai membri del Congresso Autonomie Locali. «Hanno analizzato nel dettaglio il nostro report - spiegano Diego Cason e Andrea Bona, del movimento Bard -. E hanno preso sul serio quelle che sono le nostre puntualizzazioni». Talmente sul serio, da aver deliberato un ordine del giorno preciso. Il documento è stato varato dal Consiglio d'Europa giusto l'altro ieri. E contiene alcuni punti che potrebbero far cambiare rotta a Palazzo Piloni e al territorio bellunese. «Questi signori del Consiglio d'Europa dicono che la distribuzione delle risorse finanziarie è inadeguata e che va rivisto il budget a disposizione delle Regioni a statuto ordinario e soprattutto delle Province - spiega Diego Cason, leggendo il testo dell'ordine del giorno varato a Strasburgo -. Inoltre, invitano lo Stato italiano a garantire alle Province, Belluno su tutte, una dotazione di organico adeguata all'esercizio delle funzioni; e anche una dotazione finanziaria adeguata. Invitano il Governo e il Parlamento a rivedere il declassamento della Provincia e a ripristinare l'elettività diretta. Praticamente, dicono l'esatto contrario rispetto a quanto sostiene il sottosegretario Bressa, che recentemente ha detto che la legge Delrio potenzia ed esalta le Province. Peccato che i fatti dicano un'altra cosa. A Bressa che sostiene che i bellunesi non sono stati troppo mobili, ricordiamo che abbiamo 14mila under 30 che se ne sono andati negli ultimi anni dal Bellunese; lui, al contrario, occupa la stessa poltrona a Roma da quasi sei legislature».
D.T.

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