Dodici anni di battaglie, quattro petizioni: «Nulla si è mosso»

Lunedì 6 Luglio 2020
Dodici anni di battaglie, quattro petizioni: «Nulla si è mosso»
LA STORIA
BELLUNO Quattro raccolte firme, 12 anni di battaglie per cambiare le cose che non vanno nel suo quartiere, ma tutto è come prima. Armando Ravizza, aveva un punto di osservazione privilegiato: titolare, fino a qualche mese fa, di un'apprezzatissima gelateria a Cavarzano, parlava con la gente vedeva i problemi e li segnalava alla politica. L'attività è stata chiusa. «Causa Covid ho dovuto chiudere in fretta - spiega Ravizza - e non ho nemmeno avuto la possibilità di ringraziare con una festicciola la mia clientela che qui ringrazio». Ma le sue battaglie proseguono: «Non mollo», dice il promotore delle 4 iniziative, che ha archiviato ogni richiesta, ogni risposta dell'amministrazione di turno. A quelle segnalazioni erano seguiti quattro attestati di stima e addirittura una mozione approvata all'unanimità dal consiglio comunale del capoluogo. Ma alla fine niente si è mosso. Amministrazioni diverse, ma la modalità è stata sempre stessa: «C'era una dimostrazione di interesse e di sensibilità iniziale- racconta - a cui però è seguito un nulla di fatto».
LA STRETTOIA
La prima battaglia nel settembre del 2008. Sotto il primo firmatario, che è lo stesso Ravizza, altri 56 cittadini segnalano che la strettoia di via Mur di Cadola, nel tratto appena dopo il parco giochi salendo dalla scuola media, è pericolosa per i pedoni ed in particolare per i bambini. Vanno e vengono da scuola o dal parco, ma una carrozzina e una macchina insieme non transitano. Oltre all'ampliamento nella petizione si chiede anche che la strada goda di una adeguata manutenzione dal momento che i rami troppo lunghi che si protendono fin sulla carreggiata «limitano la visibilità a pedoni e automobilisti». Nessun allargamento e le foto scattate ieri sembrano quelle di 12 anni fa.
VIABILITÀ
Novembre 2010. Ravizza coinvolge altre venti attività commerciali e segnala al sindaco e al Comando di Polizia Locale l'esistenza di «una consistente problematica legata alla viabilità». Ci fu una riunione in parrocchia con il sindaco che si disse disponibile a cercare soluzioni capaci di moderare la velocità degli automobilisti. Ma non cambiò niente.
IL BIS
Nel 2018 Ravizza coinvolge la Lega Nord che presenta una petizione in Comune sugli stessi temi. Identico anche il risultato: nulla di fatto. «Fra le varie richieste di allora dice Ravizza vi era quella di un dissuasore e l'illuminazione delle strisce pedonali in un certo punto di Cavarzano. Ci avevano risposto che in curva non si può. Io non metto in dubbio che il codice della strada preveda questo, ma altrove, sempre a Belluno, ne compaiono proprio in curva. Una contraddizione».
I MARCIAPIEDI
Trascorrono altri nove anni e nel giugno 2019 ben 348 cittadini sottoscrivono una nuova petizione, promossa da Ravizza. Chiedono «al Sindaco della città di Belluno che in via Cavarzano vengano rifatti i marciapiedi, siano realizzate e sistemate le strisce pedonali (ora quasi scomparse) ed esse vengano adeguatamente illuminate e sia realizzato un dissuasore». Ne parlano i giornali e la vicenda finisce a Palazzo Rosso: il consigliere di minoranza Raffaele Addamiano fa visita al signor Ravizza, poi in gelateria arriva anche l'assessore Biagio Giannone. La raccolta firme diventa mozione presentata dal gruppo Obiettivo Belluno il 3 luglio 2019: nel documento, votato all'unanimità, sindaco e giunta si impegnano ad attivarsi «per dare urgentemente risposte alle richieste dei cittadini firmatari». Gli interventi erano così precisati: rifacimento dei marciapiedi ammalorati, rifacimento o sistemazione delle strisce pedonali, posizionamento di un dissuasore di velocità. «Un anno dopo quella raccolta di firme e dodici anni dopo la prima iniziativa conclude Ravizza cosa è cambiato? In via Cavarzano è tutto come prima, altrettanto in via Mur di Cadola. Mi chiedo davvero: è questo il modo fare politica? È questa la politica?».
Giovanni Santin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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