Davide, l'ultimo saluto: «Un raggio di eternità»

Giovedì 22 Luglio 2021
SEDICO
Davide, un raggio di eternità. «Quanto orgoglio! Un dono. La gioia provata nell'averlo avuto sarà sempre più grande del dolore di non averlo più qui. Non vogliamo salutarti, Davide, perché sappiamo che tu sei e sarai sempre in mezzo a noi. Ti vogliamo bene»: le parole strazianti di mamma Barbara Vanz hanno accolto i tanti che si sono riversati al PalaRicolt per la cerimonia di addio a Davide Bristot, il diciottenne sedicense scomparso improvvisamente una settimana fa, nella notte tra martedì e mercoledì. Sono tuttora in corso da parte delle autorità competenti gli accertamenti del caso. A stento la struttura è riuscita ad ospitare quanti hanno voluto portare il loro ultimo saluto a Davide. A stringersi attorno alla famiglia, un'intera comunità, andata ben oltre il comune di Sedico: c'erano gli amici di scuola (frequentava l'Iti Segato a Belluno), quelli della pallavolo (giocava nella Spes Belluno), quelli dell'atletica (era tesserato con la Firex Athletic club), quelli del centro estivo (frequentava ed era animatore a Sportland).
IL RITO
La funzione, celebrata dal parroco di Sedico, don Sandro Gabrieli, assieme a monsignor Giorgio Lise e don Mario Doriguzzi, è iniziata con l'intervento della madre, Barbara, che ha riportato il contenuto di alcuni dei moltissimi messaggi ricevuti in questi giorni, specialmente dagli amici di Davide la cui scomparsa ha gettato nello sconforto anche il padre, Paolino, ed i fratelli, Alessandro e Nicola. «I loro messaggi, così come i loro silenzi, ci hanno emozionato e colpito», ha detto mamma Barbara. «Luca scrive: ho appena realizzato che oggi ho perso il mio migliore amico. Federico, che è cresciuto con lui, abbracci, silenzi e singhiozzi. Andrea scrive: ad un'amicizia pura, a tutte le cavolate fatte insieme, anche se tu eri contrario perché, a differenza nostra, avevi la testa sulle spalle già a quattordici anni». Commossa, la mamma ha ricordato poi che «con Matteo si erano appena iscritti in palestra: è l'amico che gli è stato vicino l'ultima sera e che mi ha abbracciato in silenzio, fortissimo». «C'è Giulia, che non conosco ha proseguito - ma so che era speciale. Poi gli amici nuovi, importantissimi, dell'atletica, come Nicholas, nato nel suo stesso giorno, e alle prese come lui con la patente. Non ultimi, gli amici della pallavolo, che hanno festeggiato alla grande i suoi diciotto anni. A capo della banda di questi scatenati, Alessandro, un vero organizzatore. La pallavolo, questo sport che ha sempre legato molti di noi, e ora ci fa fare squadra. L'allenatrice della nazionale ha scritto: giochiamo con il lutto al braccio perché quando capita una tragedia così grande è come se succedesse a ciascuno di noi. Siamo una famiglia».
AL CENTRO
Ma al centro di tutto, «la nostra meravigliosa famiglia. Ce lo stiamo dicendo con coraggio e con gioia: Davide è stato un dono prezioso ha sottolineato e dobbiamo essere felici di averlo avuto con noi per diciotto anni. Credo che le persone non ci appartengano: siamo genitori, fratelli, nonni, parenti, amici di Davide, ma lui non ci apparteneva. C'era un disegno per lui, una strada, e l'abbiamo condivisa per un pezzetto. Era un ragazzo felice, spensierato, furbetto e dolce. Ne ha combinate tante, e tanto era cresciuto negli ultimi due anni. Quanto orgoglio! Un dono». Nell'omelia, il parroco si è riallacciato alle parole della madre. «Diciotto anni fa ha ricordato don Sandro rivolgendosi a mamma Barbara Vanz il parto è stato un momento di sofferenza che si è trasformato in gioia. Oggi, questo momento di sofferenza non ci darà quella gioia nell'immediato». Lo stesso don Sandro Gabrieli ha invitato a raccogliere l'eredità lasciata da Davide. «Se uscendo impareremo a sorridere un po' di più alla nostra vita e a non essere insoddisfatti, voi potrete rivedere lo sguardo di Davide, che era contento della sua vita. Se sapremo gioire dei successi degli altri, voi potrete rivedere Davide, che è contento dei successi di suo fratello Alessandro, dei passi che compie, e magari lo sentirete dire anche tanta roba', come lui amava dire. Se noi impariamo a prenderci cura degli altri, voi potrete rivedere Davide che accompagna suo fratello Nicola nella sua crescita. Se noi imparassimo a mettere in pratica quello che abbiamo sentito nel salmo responsoriale: chi salirà nel monte del Signore? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi si impegna a compiere il bene che può fare, chi sa guardare alle persone che ha vicino senza malizia, con gratitudine. Se sapremo vivere questo, voi potrete rivedere Davide che sale per le montagne che tanto amava». Egidio Pasuch
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