Dal Farra sale in sella e torna al Da Vinci: «Sorridete alla vita»

Mercoledì 21 Marzo 2018
LA SENSIBILIZZAZIONE
BELLUNO Prosegue il tour di Alvaro Dal Farra nelle scuole bellunesi. Lunedì, il freerider e organizzatore di eventi sportivi estremi, ha condiviso la sua esperienza con i gli studenti del Da Vinci a Belluno. Con lui, accolto dai ragazzi nell'aula magna della scuola, anche Mattia Cattapan, giovane appassionato di freestyle che un grave incidente d'auto ha costretto su una carrozzina, ma che non ha perso la grinta e la voglia di misurarsi con i suoi nuovi limiti. Una lezione a suon di video e interviste per dire ai giovani «comunque vada non smettete di sognare e di sorridere alla vita». Oggi, quarantenne, Dal Farra continua con lo stesso spirito l'impresa iniziata ai tempi della prima moto, acquistata con i propri risparmi di studente, e continuata con le performance nelle più importanti arene mondiali del freestyle. Lasciato l'agonismo, dopo alcuni gravi incidenti accaduti in pista, l'ex studente del Da Vinci ha comunque proseguito a fare della sua passione una professione che dà lavoro anche ad altri giovani. Un lavoro di idee e di organizzazione di eventi e contest (anche invernali con lo snowboard) nel quale la comunicazione, condotta con l'utilizzo di moderne tecnologie audiovisive e dei social, è per Dal Farra uno degli aspetti principali «proprio per la possibilità che offre ai ragazzi di esprimersi anche artisticamente e confrontarsi, portare avanti progetti». Oltre alla scuola di freestyle e l'attività di designer e grafico, Dal Farra continua così a dedicare il suo tempo a motivare gli studenti a cercare la propria strada per riuscire a realizzarsi. Alla fine applausi e selfie con gli studenti per lui e Mattia, irriducibile nella sua passione per i motori: in uno dei video proiettati lo si vede tranquillo e sorridente sfrecciare su una specie di drugster a quattro ruote attraverso un circuito di terra rossa nel Salento. Il suo sogno è creare un campionato automobilistico per disabili: «Non lo faccio per me stesso, ma per dimostrare alle persone che come me hanno subito un incidente, che tornare in gioco è sempre possibile».
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