Covid, chiusa la Medicina di Pieve

Sabato 17 Ottobre 2020
Covid, chiusa la Medicina di Pieve
L'EMERGENZA
BELLUNO «Stiamo tornando ai livelli di marzo e mancano all'appello 100 operatori sanitari». La preoccupazione di Gianluigi Della Giacoma, segretario generale Fp-Cgil, è condivisibile. Non solo per il numero dei contagi che non vuole diminuire, e che anzi ha già superato i 60 casi al giorno solo in provincia di Belluno (62 ieri), ma anche per ciò che sta accadendo negli ospedali dell'Usl 1 Dolomiti.
I REPARTI CHIUSI
Partiamo da Belluno. Al San Martino è stato sospeso per dieci giorni il blocco chirurgico che comprende Chirurgia, Urologia e Nefrologia. Congelata l'attività programmata, garantita l'emergenza, dirottata l'urgenza a Feltre. Ieri l'azienda sanitaria ha comunicato che è in corso di attivazione un'ulteriore area di degenza, a bassa intensità covid, al terzo piano del Blocco Medico che si aggiunge all'attuale area sub intensiva nei reparti di Malattie Infettive e Pneumologia covid. Inoltre le unità operative di Geriatria, Oncologia e Pneumologia no covid sono state trasferite al terzo piano del Blocco Chirurgico-lato est. A Feltre, invece, sono stati sospesi i ricoveri programmati di Medicina. La stessa cosa è capitata, ieri, all'ospedale di Pieve di Cadore. Una rivoluzione che, soprattutto di questi tempi, non è passata inosservata.
I SINDACATI
«Si è avverato quello che avevo detto spiega Della Giacoma Il vero problema è la sospensione dei ricoveri di Medicina. Se il personale sanitario si ammala, infatti, viene messo a casa e non abbiamo chi lo sostituisce. La Regione non ha più autorizzato l'extra turn over e se salta un turno salta tutto il reparto». È quello che è successo all'ospedale di Pieve di Cadore dove i positivi, ancora giovedì, erano 12. I sei casi, scoperti tra medici e infermieri di Medicina, ha provocato la sospensione dell'intero reparto. «La colpa non è del nostro dirigente sanitario chiarisce il sindacalista Quest'estate non si sono voluti assumere infermieri e oss in più perché ovviamente hanno un costo e questo è il risultato. Di conseguenza si spremono gli stessi limoni a cui stanno bloccando le ferie di nuovo».
I NUMERI
Stando ai numeri della Cgil, per fronteggiare l'emergenza covid in provincia di Belluno, servirebbero 99 ulteriori operatori sanitari, di cui 68 infermieri e 31 oss. «Senza parlare dei medici e del personale del Dipartimento di Prevenzione continua Della Giacoma Il numero aumenterebbe ancora di più. Inoltre nessuno ha ancora ordinato di fermare il resto delle attività. Questo inverno, infatti, avevano ridotto a zero gli ospedali: ossia chiuso l'attività ordinaria e aperto la straordinaria. Per ora vogliono continuare a tenere entrambi con lo stesso personale. E cosa sta succedendo? Che alcuni si ammalano e vengono sospese le attività dei reparti».
I NUOVI POSITIVI
Nelle ultime 24 ore sono emerse 62 nuove positività covid: 11 nelle case di riposo, 26 nell'area del Comelico-Cadore-Ampezzano, e le restanti sparse per la provincia. Le persone attualmente ricoverate sono 46 (31 a Belluno e 15 a Feltre). Tre si trovano in terapia intensiva al San Martino. «A causa dell'emergenza specifica Della Giacoma sono stati ampliati i posti delle Terapie intensive: 7 in più a Feltre, 6 a Belluno. Non dimentichiamoci che servono anche per l'attività ordinaria. Per un paziente che, ad esempio, esce dalla sala operatoria o per una persona che viene trasportata in ospedale dopo un grave incidente d'auto». Ma il vero problema non è nemmeno il numero di posti letto nelle terapie intensive. Perché possono essere anche mille ma «deve esserci qualcuno che li faccia funzionare. Le poche assunzioni di quest'estate hanno solo tamponato. Stiamo giocando sul filo del rasoio: cosa succederà tra 10 giorni? Dall'emergenza di marzo non abbiamo imparato nulla».
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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